La valutazione è positiva, ma bisogna stringere sui tempi. E’ questa la posizione dei sindacati sulla emanazione del Piano di lavoro del ministro della Salute Renato Balduzzi contro l’amianto. Le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil la esprimono in una nota, a pochi giorni dalla proposta del ministro, avanzata durante la Conferenza Governativa sull’amianto di Venezia.

Secondo i sindacati, bisogna “portare il Piano nazionale amianto entro dicembre alla conferenza Stato-Regioni”. A Venezia, infatti “è stato fatto un buon lavoro”, convengono Cgil, Cisl e Uil, ma “si poteva fare di più e meglio nel percorso di preparazione e di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle associazioni delle vittime dell’amianto, che hanno sempre appoggiato l’iniziativa del Ministro Balduzzi”. Certo, l’appello finale del ministro a conclusione della Conferenza Governativa sull’amianto, per un contributo più unitario “lascia ben sperare che anche su questo aspetto del coinvolgimento delle parti sociali si possa fare meglio nel prosieguo dell’iniziativa ministeriale”.

Gli aspetti positivi, secondo il sindacato sono comunque molti. Si va dall’accantonamento e la disponibilità di 23 milioni da parte del Ministero per la ricerca clinica terapeutica alla “creazione della rete-coordinamento dei centri di eccellenza di cura”; dall’intento di “avviare seriamente la ricerca per la cura del mesotelioma con le strutture che già presidiano questa attività di ricerca”, allo sviluppo di “un’azione internazionale sia a livello dell’Unione Europea che nell’ambito dell’Organizzazione mondiale della sanità”.

Così come importanti sono il consolidamento e il potenziamento dei centri operativi regionali per la raccolta dati sui tumori e una “rinnovata azione per una grande operazione di bonifica dell’amianto, che veda un impegno rilevante di risorse pubbliche ma soprattutto un coinvolgimento dell’intera collettività”. Apprezzabile, infine, la chiarezza “circa la necessità di realizzare un numero adeguato di discariche distribuite sul territorio che nel pieno rispetto delle norme di corretta gestione ambientale garantiscano un costo contenuto del conferimento dell’amianto”.

E’ mancata, però,
sempre a detta delle organizzazioni sindacali, “una risposta chiara su una diversa finalizzazione del Fondo vittime dell’amianto verso le vittime civili, come pure un maggior contributo tecnico scientifico e finanziario da parte dell’Inail verso i lavoratori ex esposti all’amianto e la soluzione dei problemi di contenzioso ancora in atto a tratto generale ed in alcune realtà in modo specifico”. Su questi punti ci si attende risposte precise dal governo.

Il bilancio comunque è positivo, “ma bisogna tradurre immediatamente in termini operativi e in atti amministrativi concreti quelle che appaiono delle buone decisioni per l’avvio di un percorso di speranza e di vita per i tanti malati e i tanti che rischiano di esserlo nei prossimi mesi, nei prossimi anni”.

E’ possibile stimare in oltre 1 milione e mezzo i cittadini italiani, compresi i lavoratori, che più direttamente sono stati esposti alle fibre killer dell’amianto e oltre trentamila le vittime dei prossimi quindici anni a causa delle malattie asbesto correlate. “Sono numeri raccapriccianti che meritano l’avvio immediato delle indicazioni e delle decisioni emerse a Venezia”, concludono i sindacati.