H&M, la nota azienda di abbigliamento a buon mercato, non versa certo in una situazione di crisi. Eppure ha fatto partire una procedura di licenziamento collettivo che coinvolge i quattro punti di vendita di piazza San Babila e corso Buenos Aires a Milano, di Cremona e di “Le Barche di Mestre” a Venezia. In tutto sono previsti 95 esuberi.

Una scelta che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs considerano “grave ed inaccettabile”. La chiusura dei negozi e la pesante messa in discussione occupazionale, infatti, sono state decise, secondo i sindacati, unilateralmente dall’azienda “nel bel mezzo di un difficile confronto tra le parti”, nel quale i rappresentanti dei lavoratori si erano anche “resi disponibili a discutere di organizzazione del lavoro, con l’obiettivo di rendere più efficiente la rete vendita H&M di salvaguardare l’occupazione”.

La dichiarazione di esuberi, però, risulta ancora più ingiustificata “in considerazione della forte attività di espansione sostenuta dall’impresa, anche in relazione alla recente apertura di diversi punti di vendita a livello di gruppo e del ricorso spropositato e strutturale al lavoro a chiamata”.

Per la gravità della situazione e le preoccupanti e possibili implicazioni”, Filcams, Fisascat e UilTucs hanno proclamano lo stato di agitazione dei dipendenti e anticipato “l’adozione di tutte le misure consentite a tutela della dignità e dei diritti dei lavoratori”.