Poliziotti contro poliziotti ad Atene. La crisi economica che attanaglia il paese porta anche a questo. Continua infatti in Grecia la protesta delle forze dell'ordine contro le misure economiche che il governo sta per approvare e che prevedono, fra l'altro, anche la riduzione degli stipendi degli agenti di polizia, dei vigili del fuoco e delle guardie costiere.

Questa mattina presto un gruppo di una cinquantina di sindacalisti delle forze dell'ordine di Atene ha bloccato l'ingresso della sede della polizia di Goudi, impedendo l'uscita delle squadre speciali (note come 'Mat'), addestrate per affrontare le manifestazioni di protesta nelle città. Le squadre averebbero dovuto raggiungere la città di Salonicco per rafforzare le unità cittadine in vista delle proteste programmate in occasione dell'inaugurazione, sabato, della Fiera Internazionale.

Si sono registrati anche brevi tafferugli tra poliziotti del Mat e sindacalisti. I sindacalisti si dicono decisi a restare sul posto mentre, da parte sua, il ministero per la Protezione del Cittadino è in cerca di soluzione del problema. Intanto per oggi pomeriggio è in programma un'altra manifestazione nell'antico Stadio di Atene dei poliziotti, dei pompieri e delle guardie costiere contro quella che definiscono in un comunicato la "presa in giro" del ministero delle Finanze che prepara una riduzione dei loro stipendi tra il 6 ed il 7,5%.

Si tratta della prima volta che vengono ritoccati gli stipendi dei militari, che insieme a diplomatici, militari, magistrati, medici e altre cosiddette “categorie speciali” di statali, subiranno una decurtazione in busta paga. E' poi previsto anche il congelamento di tutti gli avanzamenti di grado nei ranghi militari e della polizia, con un ulteriore risparmio di 165 milioni di euro. “Sarà doloroso ma è inevitabile affinché la Grecia riconquisti credibilità”, ha detto il premier Samaras, che ha poi cercato di addolcire la pillola assicurando che “sarà anche l’ultimo (sforzo) perché la società greca non può più sopportare tali misure di austerità”.