Gianluca non ce l’ha fatta. L'operaio ternano delle acciaierie Ast ThyssenKrupp, vittima nello scorso mese di luglio di un gravissimo incidente sul lavoro. L'uomo, appena 35 anni, stava operando lungo linea Lac2 del reparto Pix1, intento a movimentare alcuni rotoli di acciaio quando uno di questi – un coil del peso di circa 20 tonnellate – lo aveva colpito, schiacciandolo contro una passerella su cui l’operaio si trovava in quel momento.

"Per noi che il lavoro proviamo a rappresentarlo e difenderlo ogni giorno la morte di Gianluca oltre ad essere una tragedia sul piano umano è una sconfitta sul piano politico", è il commento che la Cgil dell'Umbria, insieme alla Camera del Lavoro di Terni, ha affidato ad una nota dopo la notizia del decesso. "Perché le morti sul lavoro - prosegue il sindacato umbro - non ci stancheremo mai di dirlo, sono un fenomeno che può e deve essere cancellato. Non sono frutto di casualità o del fato, non sono “un costo necessario da pagare”, sono intollerabili e drammatici effetti di un sistema che va cambiato, rimettendo davvero al centro il valore del Lavoro e della persona umana. Ai familiari di Gianluca, ai suoi amici e compagni di lavoro va il nostro più sentito cordoglio. 

Anche la Rsu di Ast ha voluto rivolgere ai familiari del giovane lavoratore le proprie condoglianze. "Dopo sei mesi di sofferenze a seguito del grave infortunio avvenuto il 10 luglio 2017, è venuto a mancare il nostro amico e collega di lavoro Gianluca Menichino - si legge in un comunicato - Come Rsu di Ast riteniamo che in questo momento ogni parola sia superflua e di conseguenza a nome di tutti i Lavoratori di Ast esprimiamo la più sincera vicinanza e condoglianze alla famiglia di Gianluca".

"Purtroppo questo è il triste epilogo di situazioni che ad oggi rimangono ancora irrisolte nonostante le nostre preoccupazioni più volte espresse - scrivono invece i sindacati dei metalmeccanici di Terni, Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl - Siamo al paradosso che il tutto si esaurisce in soli annunci da parte aziendale che non si traducono in fatti concreti, fino al punto che le comunicazioni e le informazioni sono veicolate per mezzo di organi di stampa". "Nel corso del 2017 - insistono le sigle delle tute blu - abbiamo più volte sollecitato un confronto su temi come organici, ritmi di lavoro, protocollo sicurezza ed altro e a distanza di un anno nella maggior parte dei casi i nostri appelli sono rimasti addirittura inascoltati".

Sull'incidente la Procura di Terni aveva aperto un fascicolo iscrivendo nove persone nel registro degli indagati e, proprio nelle prossime settimane dovrebbe essere depositata la perizia richiesta in incidente probatorio che dovrà stabilire le responsabilità dell'accaduto. Intanto, la salma è a disposizione dell'Autorità giudiziaria.