Da ormai quattro anni attendono il contratto. Sono le migliaia di lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione organizzata, che oggi, venerdì 22 dicembre, scendono in sciopero a sostegno del rinnovo del ccnl delle imprese aderenti a Federdistribuzione e alla distribuzione cooperativa. L’astensione dal lavoro è di quattro ore, articolate a livello territoriale, mentre ulteriori quattro ore saranno effettuate entro il 6 gennaio 2018. I lavoratori chiedono la solidarietà dei clienti, invitandoli a non fare la spesa durante lo sciopero.

Queste le manifestazioni principali
ROMA Presidio in piazza San Silvestro alle 9
MILANO Presidio davanti alla sede di Federdistribuzione e corteo verso piazza della Scala
BOLOGNA Un corteo partirà dalla Despar di via Stalingrado per arrivare alla sede della Legacoop
CAGLIARI Presidio e manifestazione davanti alla Rinascente di via Roma
GENOVA Appuntamento dalle 10 davanti alla Rinascente che ha annunciato la chiusura
PERUGIA Presidio Legacoop
NAPOLI Presidio Ikea
PALERMO Tre presìdi: Coop, Zara e Ovs
BARI Presidi Federdistribuzione e Legacoop
ALTO ADIGE Manifestazione regionale a Trento in via Segantini
TORINO Presidio davanti alla Rinascente
ALESSANDRIA Presidio in piazzetta della Lega
FIRENZE Presidio alle 9.30 in largo Alinari davanti alla sede di Legacoope e alle 11 in piazza Repubblica davanti a Zara e alla Rinascente
VIGNALE RIOTORTO Manifestazione nazionale davanti alla sede di Unicoop Tirreno
PISA Presidio Ikea
PRATO Presidio Pam e Parco Prato
LUCCA Presidio Esselunga e Carrefour

Qualche fumogeno e tante persone scese in piazza a Genova per lo sciopero dei lavoratori della grande distribuzione. Il presidio è stato effettuato in piazza XII Ottobre, proprio davanti all'ingresso della Rinascente: un segnale per la situazione particolarmente complessa che sta vivendo il comparto nel capoluogo ligure. "Sono almeno 200 i lavoratori che rischiamo il posto di lavoro in questo ultimi mesi - spiegano i sindacati -: la Rinascente, Trony fino a tante altre piccole realtà per le quali spesso si riesce a conoscere la situazione di crisi quando ormai è troppo tardi". 

Centinaia di lavoratori hanno sfilato in corteo per le strade di Milano. I lavoratori sono arrivati in piazza con dei cartelli con la scritta 'Niente regali, vogliamo diritti!'. Una delegazione che sara' ricevuta dall'assessore al Lavoro del Comune, Cristina Tajani, ha consegnato anche una lettera per il sindaco, con l'appello a sollecitare il governo affinché si muova perché il contratto venga rinnovato.

Braccia incrociate e presidi anche a Perugia e Terni. Lavoratrici e lavoratori hanno manifestato sotto la sede di Lega Coop a Perugia e sotto la prefettura a Terni per chiedere il riconoscimento di un diritto ad oggi negato, quello di avere un Ccnl giusto, come avviene per i loro colleghi che hanno il contratto Confcommercio. “Quattro anni senza contratto significa molto concretamente almeno 2000 euro persi - hanno spiegato gli stessi lavoratori in sciopero intervenuti ai presidi - e inoltre significa vedersi negato il diritto a contrattare le proprie condizioni di lavoro e quindi lo sciopero di oggi è prima di tutto un’azione volta a difendere la nostra dignità”. Dai primi dati raccolti dalle organizzazioni sindacali si registrano adesioni significative con punte altissime ad esempio al magazzino di Coop Centro Italia (80%), ma naturalmente Filcams,Fisascat e Uiltucs sono anche consapevoli delle difficoltà che molte lavoratrici e lavoratori, soprattutto se con contratti precari, hanno ad aderire alla protesta, pur condividendone le ragioni. “Lo sciopero di oggi e i prossimi che seguiranno se necessario - hanno concluso i rappresentanti di Filcams, Fisascat e Uiltucs dell’Umbria - hanno lo scopo di riaprire una vera trattativa per raggiungere l’obiettivo, che è quello di siglare un contratto giusto anche per le migliaia di lavoratrici e lavoratori umbri che aspettano da troppo tempo qualcosa che gli spetta di diritto”. 

“Da quattro anni le aziende impongono unilateralmente l’applicazione di quello che a tutti gli effetti risulta essere un regolamento associativo, residuo del precedente ccnl Terziario, distribuzione e servizi, scaduto nel 2013”, afferma Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil nazionale: “L’associazione datoriale, disconoscendo quanto garantito da disposizioni costituzionali in materia, non solo si rifiuta di definire un ccnl di settore, tanto da aver cessato ogni trattativa, ma continua a rendersi indisponibile anche ad applicare il rinnovo del contratto nazionale Confcommercio del 2015, determinando per le lavoratrici e i lavoratori un danno sia dal punto di vista retributivo sia contributivo”.

Uguale è la preoccupazione anche per il contratto nazionale della Cooperazione, anch’esso scaduto da quattro anni. “Abbiamo esortato ancora una volta le imprese della distribuzione cooperativa a definire velocemente una soluzione negoziale per avere una cornice di riferimento utile ad affrontare le particolarità aziendali” continua Gabrielli, rimarcando che le cooperative “pretendono di trovare una mediazione tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un insostenibile arretramento dell’attuale disciplina del trattamento di malattia. Il nuovo contratto che vorrebbero le cooperative peggiorerebbe diritti e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello di Confcommercio”.

Ad aggravare ulteriormente la già difficile situazione contrattuale, ci sono anche le tante vertenze che coinvolgono i gruppi e le imprese del comparto distributivo. “Vertenze che vedono procedure di licenziamento collettivo, disdette dei contratti integrativi aziendali, oltre che l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi” conclude la segretaria generale della Filcams Cgil nazionale: “Tutte situazioni che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per decine di migliaia di lavoratori”.