Il Consiglio dei ministri ha dato le prime linee guida sulla legge di bilancio. “Si abolisce il numero chiuso nelle facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”. È la secca informazione contenuta nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi dopo la riunione di ieri sera. “Bene l'intenzione, noi sosteniamo da anni che l'attuale sistema di accesso vada superato. Ma non si dice in quale modo, non si fa un minimo accenno alla copertura economica e agli investimenti che si devono fare per attuare una simile manovra da subito”. A dirlo è il coordinatore nazionale dell'Unione degli universitari Enrico Gulluni: “Si continua a parlare per slogan e a fare una continua campagna elettorale, anche sulle manovre della legge di bilancio”.

“Così facendo – osserva l’organizzazione – si rischia solo di mandare in tilt le università che, senza ulteriori finanziamenti, non potrebbero sostenere da subito tutti gli studenti. Oltretutto si parla solo di medicina, dimenticando altri corsi di studio come ad esempio architettura, dove la barriera di accesso all'entrata deve essere eliminata subito in quanto i richiedenti sono addirittura inferiori rispetto ai posti disponibili. Il governo continua a seguire la politica degli slogan vuoti senza peraltro aver mai avviato un confronto con gli studenti. Il ministro Bussetti incontri subito le rappresentanze studentesche – conclude Gulluni – e cominci a fare qualcosa di concreto per superare l'attuale sistema”.

“Ci aspettavamo un intervento importante del governo nel campo della formazione dei medici, ma l'abolizione del numero chiuso per l'accesso alle facoltà di Medicina, senza un congruo aumento delle borse di specializzazione rischia di essere un boomerang”. Lo afferma il presidente Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) Pierluigi Marini. “I giovani laureati in Medicina che non entreranno nelle scuole di specializzazione si troveranno in una sorta di imbuto: non potranno accedere ai concorsi pubblici e dovranno per forza di cose cercare lavoro all'estero. Se non si aumentano le borse di specializzazione, assisteremo a una nuova fuga di cervelli all'estero”.

“Decisione folle. Nella legge di Bilancio, tolto il numero chiuso a Medicina”. Lo afferma in un tweet il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi.

“Voglio essere sincero, a me non risulta questa cosa. Farò le dovute verifiche ma non mi risulta nulla di simile”. Lo ha dichiarato il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti a margine di una conferenza stampa a Venezia, in merito alla notizia secondo cui durante il Consiglio dei ministri di ieri sera sarebbe stato abolito il numero chiuso a Medicina. Strana affermazione, visto che il sito del suo governo ha pubblicato questo:

Tanto che alla fine i ministri Bussetti (Istruzione, Università e Ricerca) e Grillo (Salute) sono costretti a diramare una nota congiunta nel tentativo di fare chiarezza: “Aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina”, affermano, è “un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il governo intende onorare”, “un percorso da iniziare già quest'anno”, ma che si raggiungerà “per gradi” e secondo “un percorso condiviso” con tutti i soggetti interessati, “a cominciare dalla Conferenza dei rettori delle università italiane”.