In vista del vertice G20 dei ministri del Lavoro e dell’occupazione,  a  Guadalajara (Messico) il 17 e 18 maggio,  la Confederazione internazionale dei sindacati (Csi–Ituc), le Federazioni sindacali mondiali (Global unions federations) e il Comitato sindacale consultivo presso l'Ocse (Tuac)  hanno presentato un proprio documento che richiama i  governi G20 a porre al centro delle loro decisioni l'adozione di misure urgenti  e coordinate  per  promuovere la crescita e la soluzione della gravissima crisi occupazionale a livello mondiale.

Riuniti a Guadalajara il 16 maggio, i sindacati del G20 hanno preparato la consultazione con i ministri del lavoro e la delegazione degli imprenditori, programmata questa mattina. In diverse sessioni di lavoro, il sindacato, guidato dal segretario generale della Csi–Ituc, Sharan Burrow, ha presentato le sue analisi e proposte a Philippe Egger e Vinicius Pinheiro dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), presenti in sostituzione dell’impossibilitato segretario generale, Juan Somavia, al segretario generale dell’Ocse, Rafael Gurria, e al ministro del Lavoro messicano, signora Rosalinda Velez Juarez, presidente di turno del G20 dei ministri del lavoro.  

Le proposte dei sindacati includono la  costituzione di fondi G20,  anche attraverso l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, per  la creazione  di posti di lavoro di qualità ed ecosostenibili; la definizione di un patto per l’occupazione giovanile e di un piano di azione G20 per programmi nazionali di sicurezza sociale, cofinanziato da governi, Banca mondiale e banche di sviluppo regionali; la ratifica ed attuazione delle convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) da parte dei paesi G20 ed il loro rispetto da parte delle istituzioni finanziarie internazionali, che insieme ai governi dovrebbero assicurare la coerenza tra politiche economiche, sociali, ambientali e commerciali, avvalendosi del ruolo fondamentale dell'Oil su queste tematiche; la promozione di lavori “verdi”, sia con la creazione di nuova occupazione in settori determinanti per la difesa dell’ambiente, le tecnologie verdi, le energie rinnovabili, sia con una giusta transizione a posti di lavoro dignitosi in settori economici convertiti a cicli produttivi a bassa emissione di CO2 e bassa intensità energetica. Ancora, le proposte del sindacato sottolineano la necessità – peraltro riconosciuta anche dal direttore generale dell’Ocse – di riequilibrare la distruzione dei redditi, andata a svantaggio del lavoro negli ultimi vent’anni, sia in un’ottica di maggiore giustizia sociale che come elemento fondamentale di sostegno ai mercati interni, superando i disequilibri dovuti ad economie troppo orientate all’esportazione.

In vista della consultazione con i ministri e commentando la bozza del documento conclusivo, predisposto dagli sherpa governativi, i rappresentanti dei sindacati dei paesi G20 hanno rilevato avanzamenti e problemi aperti nel processo di confronto avviato dal 2008. In particolare, come sottolineato nel suo intervento da Fulvio Fammoni della Cgil, la distanza enorme tra le dichiarazioni e le azioni concrete dei governi, soprattutto per quanto riguarda l’urgenza di intervenire con incentivi e programmi precisi a favore dell’occupazione giovanile e della riduzione della precarietà.