"Altro che disegni fantomatici per spaccare l'Italia: da tempo, chiediamo che i provvedimenti del Governo, a partire dalla delega lavoro e dalla stessa legge di Stabilità, abbiano la funzione di superare le diseguaglianze esistenti nel Paese. Per questo, si dovrebbero prevedere strumenti che possano in qualche modo tutelare tutti quei lavoratori e cittadini che attualmente si trovano in situazioni di estrema difficoltà. Penso, in particolare, agli oltre dieci milioni di poveri che non hanno avuto finora risposte". Chi parla è Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil, stamattina ai microfoni di 'Italia parla', la rubrica quotidiana di RadioArticolo1.

"Nessuno – prosegue la dirigente sindacale – si sta facendo carico della frammentarietà del mercato del lavoro, delle difficoltà di accesso all'occupazione per donne e giovani, delle divisioni sempre più nette tra Nord e Sud, confermate dall'ultimo rapporto Svimez. Quei dati ci consegnano una situazione difficilissima del Mezzogiorno, a partire dal crollo dei consumi fino alla dispersione scolastica e ai livelli di povertà in aumento. Soprattutto una cosa è gravissima: il disinvestimento sulle politiche industriali, non solo private, ma anche pubbliche, è altissimo – si parla del -53%  –. In qualche modo, lo Stato ha mollato, senza prevedere soluzioni che ne consentano il rilancio. A disposizione delle regioni del Sud ci sono i fondi strutturali, peraltro già ridotti, che però sono risorse straordinarie. Ciò che manca nell'agenda del Governo è soprattutto una politica ordinaria per il Mezzogiorno, che abbia obiettivi chiari per lo sviluppo, un fatto che consideriamo molto grave".

"Il sottosegretario Delrio, all'atto dell'accordo di partenariato per i fondi europei, che mette a disposizione dell'Italia 64 miliardi fino al 2020, ha ricordato che solo il 58% delle risorse Ue stanziate per l'Italia negli anni passati sono state spese. In effetti, c'è un problema di inefficienza, che non riguarda solo le regioni meridionali. L'incapacità è in primo luogo dello Stato, soprattutto per quel che riguarda i progetti da attuare, estremamente frammentati. Ciò determina inefficienza e lentezza, quando, al contrario, c'è necessità di chiudere al più presto la vecchia programmazione e avviare quella per i prossimi anni", ha continuato Fracassi.

"Considerando i vincoli del Patto di stabilità, se si volessero spendere tutte le risorse giacenti, si dovrebbe programmare un miliardo di spesa al mese da qui al 2015: ciò è impossibile, soprattutto in alcune realtà, per via della presenza nei bilanci dei fondi strutturali. Ed è anche un paradosso, perché poi i fondi messi a disposizione provengono dall'Europa. La buona notizia è che finalmente è operativa l'agenzia per la coesione territoriale. Con il governo Renzi c'è stato un cambio di governance rispetto a tutta la gestione dei fondi, passando, dal punto di vista istituzionale, da un ministero ad hoc a una delega attribuita al sottosegretario Delrio, cosa, a nostro parere, sicuramente negativa. L'agenzia dovrebbe costituire un punto di coordinamento e controllo della spesa, anche se ci sono ancora da chiarire le sovrapposizioni di competenze con le altre direzioni centrali e con le singole regioni rispetto alla gestione dei fondi strutturali", ha evidenziato la segretaria confederale Cgil.

Altro tema, la riforma della giustizia. "Ci è stato presentato un quadro molto ambizioso, in dodici punti, alcuni anche condivisibili, come il pezzo sulla criminalità economica, ma il decreto legge sul civile che verrà votato oggi introduce elementi che noi abbiamo segnalato anche come criticità. In primo luogo, la questione dell'arretrato civile: condividiamo il fatto che sia un problema e che non è possibile che nel nostro Paese ci sia una situazione che poi alla fine lede i diritti della persona. La cosa che ci convince poco è il metodo, perché per smaltire l'arretrato civile si fa un'operazione di degiurisdizionalizzazione, spostando la giurisdizione all'esterno su soggetti terzi e modificando l'ordinamento anche in maniera rilevante. Altra questione da risolvere, l'autoriciclaggio, che avevamo molto apprezzato all'atto della presentazione, ma che ora è stata depotenziata e inserita in un altro provvedimento. E poi c'è la ripenalizzazione del falso in bilancio, senz'altro positiva, di cui però adesso non se ne parla più. Altro punto da rivedere, la questione dei costi, perchè la riforma non deve determinare un aggravio di spese per il cittadino. Il nodo di fondo, però – e la nostra obiezione è la stessa dell'Associazione nazionale magistrati – è che non si possono fare le riforme senza coinvolgere chi è direttamente interessato e ha quindi anche delle proposte da avanzare", ha rilevato ancora Fracassi.

In conclusione, la dirigente Cgil ha rilanciato la lotta all'evasione fiscale come misura prioritaria per il recupero di risorse. "L'abbiamo rilanciata anche attraverso la nostra campagna nazionale "Legalità una svolta per tutte", e nel prosieguo dell'iniziativa stiamo ragionando di iniziative comuni con altre categorie e organizzazioni sindacali, come i pubblici, i pensionati, gli edili. Credo che questo sia un segnale nei fatti che anche attraverso singole vertenze si riesce a fare un'operazione la più unitaria possibile".