"Donne in piazza per difendere il diritto alla interruzione volontaria di gravidanza. A quasi 40 anni di distanza dall'approvazione della legge 194, le donne sono ancora costrette a fatiche, dolore, migrazioni, per veder riconosciuto un diritto faticosamente conquistato e ancora non realmente esigibile per l'elevatissimo numero di obiettori di coscienza che opera nei servizi pubblici". Così la segretaria nazionale della Funzione pubblica Cgil, Cecilia Taranto, in occasione della giornata di azione internazionale per l'aborto sicuro.

Si registra un elevato numero di obiettori che, osserva la dirigente sindacale, "chiamano tutte le Istituzioni pubbliche e la politica ad un serio e profondo cambio di rotta nell'organizzazione e nella gestione dei servizi pubblici, e non solo dei reparti ospedalieri, ma anche dei servizi territoriali, dei consultori, che sono i luoghi dell'educazione sessuale e della prevenzione".

La Fp Cgil ribadisce "con forza il diritto delle donne all'autodeterminazione, a luoghi accoglienti e sicuri dove poter anche interrompere la gravidanza, e con altrettanta forza rivendichiamo il diritto di lavoratori e lavoratrici a operare in sicurezza, con dotazioni organiche adeguate, e il loro diritto a veder rinnovato un contratto che è scaduto da ormai 9 anni. La qualità del lavoro è la qualità del servizio: impoverendo il lavoro, si svalorizzano i servizi. E chiediamo di assumere medici non obiettori e di affidare a medici non obiettori compiti e funzioni di direzione, a garanzia dell'applicazione della legge", conclude la sindacalista.