"Osserviamo un aumento dei licenziamenti individuali ma questo non vuol dire che la riforma ha incoraggiato i licenziamenti". Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ammette con queste parole l'incremento dei provvedimenti di licenziamento da parte delle aziende negli ultimi mesi, ma non il collegamento tra questo dato e la nuova normativa sull'articolo 18 scaturita dalla sua riforma. Il dato piuttosto, secondo Fornero, è giustificato dal fatto che "nei mesi precedenti alcune aziende hanno deciso di aspettare i mutamenti della riforma e dopo hanno deciso la strada del licenziamento”.

Servirà dunque tempo, sostiene il ministro, per capire, attraverso un monitoraggio attento, quali saranno gli effetti reali della riforma anche sul fronte dell'occupazione.

La situazione è invece piuttosto chiara secondo Maurizio Landini, segretario generale della Fiom: “Oggi le imprese hanno cominciato a licenziare per ragioni economiche, mentre prima non lo facevano. Il rischio è che il reintegro non si garantito”. “Non si capisce perché lo abbiano modificato - aggiunge Landini - Bisogna che torni come prima”.

Landini, è intervenuto sulla questione incontrando lunedì 29 ottobre i lavoratori della Model Master di Moncalieri. E proprio in questa azienda, secondo la Fiom, si sono verificati dei licenziamenti sospetti: “In questa fabbrica tre iscritti alla Fiom di cui due delegati - spiega Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese - sono stati licenziati nelle scorse settimane proprio per le modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori apportate dalla riforma Fornero”. Per questo dalla Model Master è simbolicamente partita la raccolta delle firme per i referendum per l'abrogazione dell'articolo 8 e delle modifiche all'articolo 18.

Contro il ministro del Lavoro, dopo le dichiarazioni sull'articolo 18 e l'aumento dei licenziamenti si scagliano anche Idv e Rifondazione Comunista. Per il senatore Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Madama, la “controriforma del lavoro” varata dal governo Monti “ha solo istituzionalizzato il precariato a vita, senza creare un posto di lavoro in più”. Mentre il segreario del Prc, Paolo Ferrero, sostiene che “è del tutto evidente che c'è un rapporto di causa-effetto” tra la riforma Fornero e l'aumento dei licenziamenti individuali e che “la responsabilità di quei licenziamenti è di quel pessimo provvedimento sul lavoro”.

Sempre in giornata il ministro Fornero è anche tornato sulla sentenza del tribunale di Bologna che nei giorni scorsi aveva ordinato il reintegro di un lavoratore sostenendo che la nuova disciplina dei licenziamenti non ha modificato il vecchio articolo 18. "Una sentenza non fa giurisprudenza, così come una rondine non fa primavera", ha detto Fornero.

Secondo il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, la sentenza di Bologna dimostra invece che "l'effetto di deterrenza dell'articolo 18 nei confronti dei licenziamenti ingiustificati ha efficacia", ma ciò che preoccupa sono "le carenze di organico e i tagli determinati dalla Spending Review". Questi, infatti, conclude, "peseranno sul funzionamento del nuovo rito che prevede invece una diversa e specifica organizzazione del lavoro per poter garantire il rispetto dei tempi previsti dalla legge e, allo stesso tempo, certezza del diritto ai lavoratori e alle imprese".