Sono 6.631 i comuni (82% del totale) in aree ad elevato rischio idrogeologico, pari al 10% della superficie italiana. La popolazione "potenzialmente esposta" viene stimata in 5,8 milioni di persone. Lo afferma il Corpo forestale dello Stato in un recente rapporto sullo stato del territorio e rischio idrogeologico - rilanciato con l'emergenza maltempo in Sardegna - in cui si parla di "un numero di comuni a rischio straordinariamente cresciuto" negli ultimi, e che diventa ancora piu' evidente "soprattutto al sud".

Secondo la Forestale "il rischio idrogeologico contraddistingue soprattutto i piccoli comuni, nei quali l'abbandono del territorio" amplifica "i rischi derivanti dalla carenza di prevenzione". Tra le cause che condizionano ed amplificano il "rischio meteo-idrogeologico ed idraulico" c'è anche "l'azione dell'uomo": come abbandono e degrado del territorio, cementificazione, consumo del suolo, abusivismo edilizio, disboscamento e incendi. Per la Forestale "la causa principale del peggioramento dello stato di dissesto è sicuramente costituita dalla mancanza di una seria manutenzione ordinaria del territorio che e' sempre piu' affidata ad interventi 'urgenti', spesso emergenziali, che non ad una organica politica di prevenzione, rimandata per carenza di fondi".