"La volontà espressa dal decreto legge 59/2019 era quella di provare a creare un sistema virtuoso nella gestione del personale dipendente dalle Fondazioni lirico sinfoniche, ma la mancata applicazione di un periodo transitorio, oltre la scadenza dei 48 mesi di contratti a termine, rischia di aumentare la precarietà di molti lavoratori del settore anziché risolverla". A dirlo è Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil, nel corso dell'audizione in Commissione Istruzione al Senato sul ddl n. 1374 (dl n. 59/2019 misure urgenti nei settori di competenza del Mibac) che si è tenuta martedì 9 luglio.

"Numerosi lavoratori in scadenza avevano già ricevuto le lettere in cui si comunicava loro che non era possibile stipulare altri contratti a termine, visto che gli stessi avevano già superato, anche abbondantemente i 48 mesi previsti. Pertanto abbiamo dovuto sottoscrivere un accordo che permettesse a questi precari di continuare a lavorare, estendendo fino a 20 anni il periodo per essere assunti", continua Bizi: "Verosimilmente soltanto una parte dei teatri inizierà a stabilizzare, altri non ce la faranno. La tagliola dei 48 mesi che è stata inserita, creerà una marea di problemi: si rischia di avere infatti lavoratori ancora più precari, perché rischiano di trovare lavoro passando ogni quattro anni da un teatro all'altro e senza mai magari maturare un possibile diritto di stabilizzazione".

Emanuela Bizi evidenzia che "si stabilizzeranno solo pochi lavoratori, e tra questi i corpi di ballo, che sono i più deboli, continueranno a essere costituiti da precari. Ma anche nelle orchestre e fra i tecnici si rischia di coprire solo una parte dei posti disponibili. Così come esiste una fetta di precarietà anche tra gli amministrativi". Per l'esponente sindacale "senza un investimento minimo non si può davvero parlare di stabilizzazioni. Per tale ragione riteniamo che sia più utile affidare alla contrattazione tutta la partita dei precari, che non può essere risolta da un'unica indicazione legislativa. Sin dalle prime assunzioni bisogna considerare nel computo i precari storici, estendendo il limite entro il quale questo deve avvenire, attualmente fissato al 2021: un limite accettabile è quello del 2026, data entro il quale sarà necessario verificare le code rimaste".