Si è svolta ieri (mercoledì 21 settembre) a Roma l’Assemblea nazionale dei lavoratori agricoli della Flai Cgil, intitolata “Presidio del territorio tra rappresentanza, contrattazione, diritti e integrazione”. L'iniziativa si è tenuta presso il Teatro Brancaccio (via Merulana 244). All'assise hanno partecipato Ivana Galli (segretaria generale Flai Cgil) e Morena Piccinini (presidente Inca Cgil nazionale), chiudei lavori Nino Baseotto (segretario confederale Cgil). Durante la mattinata si sono alternati interventi dal palco di lavoratori e delegati del settore agricolo.

“Vecchi e giovani, passato e futuro, rottamati e rottamatori: ci interessa poco essere annoverati tra chi cerca il nuovo a ogni costo o tra chi nostalgicamente guarda al passato”: con queste parole la segretaria generale Ivana Galli ha aperto l’assise, precisando che alla Flai “interessa essere pratici, vedere quello che serve oggi, guardando alle cose ben fatte del passato, alle radici gloriose del sindacato e della Cgil che tra otto giorni festeggerà 110 anni, superando due guerre mondiali, la repressione fascista, gli anni di piombo e tanti momenti critici della storia più o meno recente. Li ha superati rappresentando sempre una capacità di guardare oltre il qui e ora, interpretando i cambiamenti, anticipandoli alla ricerca di uno sviluppo e una modernità che significassero il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori”.

Ivana Galli ha rimarcato come “per molti di questi lavoratori spesso anche la sede della Lega o della Camera del lavoro comunale è un luogo difficile da raggiungere. Tanto che negli ultimi anni abbiamo deciso di moltiplicare la presenza facendoci sindacato ‘di strada’, con i camper, le bici, le auto e da quest'anno con la tenda rossa”. Una presenza capillare finalizzata a “radicarci ancor più sul territorio e lì poter rappresentare i lavoratori e dare risposte, convinti che la forza della nostra rappresentanza possa venire proprio dal radicamento, dalla conoscenza del territorio e delle esigenze di una comunità”. Ed è proprio attraverso le Leghe, le Camere del lavoro, il presidio del territorio, che la Flai riesce “ad assumere la rappresentanza non solo dei lavoratori, di quelli più consapevoli e informati sui propri diritti, ma anche dei disoccupati, di chi lavora in modo frammentato e discontinuo, dei migranti per i quali cerchiamo di farci carico anche di quello che riguarda l'accoglienza. Insomma, come incitava a fare Giuseppe Di Vittorio, tuteliamo i soggetti più deboli”.

Ivana Galli è poi passata al reato di caporalato (ddl 2217, ora in Commissioni Lavoro e Giustizia della Camera), augurandosi “un iter veloce. Non è stato un percorso facile, piuttosto un percorso a ostacoli, ma finalmente ci sarà una legge che colpisce in maniera forte il caporalato, ridisegnando l'articolo 603 bis del codice penale e introduce il reato di sfruttamento”. La segretaria generale ha anche evidenziato che il disegno di legge “prevede il sequestro dei prodotti ottenuti da sfruttamento e caporalato, inoltre il distaccamento della Rete per il lavoro agricolo di qualità a livello territoriale con le Cisoa (Cassa integrazione salariale operai agricoli). Noi andiamo avanti finché non avremo la nostra legge, ma leggi e provvedimenti non devono rimanere sulla carta”.

La leader Flai ha poi affrontato il tema dei contratti provinciali di lavoro. “A circa nove mesi dalla scadenza in nessuna provincia si è arrivati a un rinnovo” ha detto: “In alcune province le trattative sono cominciate nei primi mesi dell'anno e sono arrivate a un punto nel quale solo il salario impedisce la sottoscrizione di un accordo. In altre si sono avuti pochi incontri e i temi da definire rimangono ancora numerosi. In molte altre province, purtroppo troppe, la contrattazione per il rinnovo non è partita e, dopo i primi incontri, non si è andati più avanti”.

Ivana Galli ha quindi spronato l’Assemblea a fare “un grande sforzo per arrivare entro la fine dell'anno a chiudere tutti i contratti, in modo da evitare che si verifichi lo slittamento dei rinnovi oltre il biennio di vigenza o che un rinnovo troppo ritardato ricada come effetto negativo sui salari delle operaie e degli operai agricoli”. Per l’esponente sindacale “bisogna costruire mobilitazioni, sensibilizzare i lavoratori. Ci sono richieste che non possiamo accettare, come la destrutturazione dell'orario di lavoro, nello stesso tempo abbiamo la necessità di spingere sui salari per far crescere la domanda interna, soprattutto per redistribuire la ricchezza prodotta nel settore agricolo”.

Avviandosi alla chiusura dell’intervento, Galli ha proposto a Cgil e Inca “un progetto comune per interpretare, organizzare e rappresentare il lavoro agroindustriale nel territorio”. La filosofia del “sindacato di strada”, ha spiegato, chiarisce già di per sé che “il progetto Leghe potrebbe realizzare concretamente ciò che da molto tempo si va asserendo: le debolezze e le frammentazioni vecchie e nuove di chi lavora o cerca lavoro devono poter essere rappresentate dal sindacato”.

La segretaria generale della Flai Cgil, in conclusione, ha sottolineato che “se dalla terra può ripartire lo sviluppo e l’occupazione, da una diversa organizzazione nel territorio, che passi attraverso radicamento e inclusività, può consolidarsi la nostra attività, fortemente ancorata alla realtà presente, ai temi e ai bisogni del territorio, rilanciando il presidio del territorio tra e attraverso rappresentanza, contrattazione, diritti ed integrazione. Un presidio e una presenza che ci facciano sentire e facciano sentire tutti i lavoratori e le lavoratrici meno soli, perché, riprendendo lo slogan di Hillary Clinton: insieme siamo più forti”.