"Con la cessione garantire piano industriale di rilancio, occupazione e salari". Così Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom Cgil e Mauro Faticanti, coordinatore nazionale Fiom per il gruppo Firema a margine dell'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico riguardo le procedure di cessione di Firema, società in amministrazione straordinaria da giugno 2010.

Nel corso dell'incontro – al quale erano presenti Giampietro Castano per il ministero dello Sviluppo economico, il commissario Ernesto Stajano, rappresentanti delle Regioni interessate, i rappresentanti nazionali, territoriali e i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom, Uilm – il commissario ha informato della presenza di un'unica offerta d'acquisto del gruppo, che riguarda tutti i siti: Caserta, Milano, Spello (Perugia) e Tito (Potenza). L'offerta, che deve ancora ricevere il via libera dal Comitato di sorveglianza, viene da una compagine composta per il 51% dalle aziende campane Mini e Cometav – entrambe con una quota del 25,5 % – dalla piemontese Blutec (newco di Metec e Stola), che "pesa" per il 44% e, per il restante 5%, dalla parmense Wegh.

Il prossimo 24 febbraio prenderà il via il confronto sindacale, con il quale si dovrà provare a raggiungere un accordo prima della scadenza della procedura fallimentare. La Fiom, si legge in una nota, valuterà la possibilità di un accordo successivamente alla visione del piano industriale dettagliato in tutte le sue parti, che dovrà prevedere adeguati investimenti tesi al rilancio produttivo e industriale di tutti i siti del Gruppo, a partire dalla salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e salariali, il mantenimento e rafforzamento della ricerca, sviluppo e ingegnerizzazione dei prodotti". È necessario, inoltre, conclude il sindacato, che "i patti parasociali che regoleranno i rapporti tra le diverse aziende della nuova compagine proprietaria vengano resi noti, siano trasparenti e rispettino la vocazione industriale del piano".

"In ogni caso - conclude il sindacato - per quanto ci riguarda, qualunque ipotesi di accordo dovrà prevedere il mandato di tutti i lavoratori interessati, convocando a tal fine assemblee in tutti i luoghi di lavoro".