La segretaria nazionale della Fiom chiede un incontro urgente alla Cgil "al fine di respingere il disegno messo in atto dalla Fiat che attraverso un attacco senza precedenti ai diritti, alle libertà sindacali e alla democrazia mette in discussione l’esistenza stessa del sindacalismo confederale". E' quanto si legge in una nota diffusa oggi (3 gennaio) dalle tute blu.

Il sindacato di categoria, spiega il comunicato, "in base alle decisioni assunte dal Comitato Centrale, lo scorso 29 dicembre, chiama tutte le proprie strutture territoriali, le delegate e i delegati della Fiom Cgil ad un impegno straordinario per la riuscita dello sciopero generale di tutta la categoria indetto per il 28 gennaio 2011".

Nei prossimi giorni, avverte, partirà "la campagna generale di raccolta di firme tra tutte le lavoratrici, i lavoratori e i cittadini, per un vero contratto nazionale senza deroghe, per le libertà sindacali, per la democrazia, per un lavoro stabile con diritti e contro gli accordi vergogna di Pomigliano e Mirafiori".

"La segreteria nazionale - inoltre -, in applicazione delle decisioni del comitato centrale, ribadisce che non sono accettabili, né firmabili, gli accordi di Mirafiori e Pomigliano che cancellano il contratto nazionale e colpiscono diritti individuali e collettivi, indisponibili alla negoziazione sindacale".

"Si conferma pertanto illegittimo il referendum imposto dalla Fiat ed in contrasto con le norme statutarie della Cgil e della Fiom". Il sindacato, infine, ribadisce l'impegno "ad organizzare in rapporto con le Fiom di Torino e di Napoli le iniziative più utili per dare continuità al proprio ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo Fiat".

Il presidente del Comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, spiega che lo Statuto della Cgil esclude la firma dei due accordi. "La delibera 4 - afferma -, assunta dal Direttivo della Cgil il 25 novembre 2010, infatti, stabilisce precise limitazioni ai comportamenti dell’organizzazione riguardo: '…le possibili lesioni dei diritti dei lavoratori, pensionati e disoccupati, sanciti dalle leggi e dalla contrattazione collettiva nazionale…'".

"Di fronte a tali lesioni il punto 4.3 delle delibere statutarie stabilisce che tale limitazione può arrivare fino al divieto della ‘…sottoscrizione dell’accordo, anche in presenza dell’esercizio pieno della democrazia di mandato…’".

La decisione della Fiom di non firmare, quindi, è "rigorosa e coerente con lo Statuto
che, in particolare su questo tema, impegna la Fiom e la Cgil a tutti i livelli".

Sull'ipotesi di "firma tecnica", Cremaschi aggiunge: "Non è statutariamente prevista nella nostra organizzazione che, nel nome della confederalità, non ha mai adottato i comportamenti di quei sindacati autonomi che hanno sottoscritto contratti unicamente per usufruire di tutele e permessi sindacali. In conclusione - a suo giudizio -, la decisione del Comitato Centrale della Fiom va rispettata sia statutariamente che politicamente, a meno che non si voglia affermare che l’accordo di Mirafiori non lede diritti fondamentali dei lavoratori".