La Fillea Cgil di Napoli annuncia un monitoraggio dei cantieri edili dell'area metropolitana per portare alle luce tutte le irregolarità che caratterizzano i rapporti di lavoro degli operai impegnati. Ad annunciarlo, è il segretario generale della Fillea di Napoli, Ciro Nappo, che, in una nota, chiede all'Ispettorato del lavoro, alle Asl e alla Guardia di Finanza un intervento puntuale per fare emergere quella che il sindacato non esita a definire come una vera e propria "illegalità contrattuale".

"Non è possibile – sottolinea il dirigente sindacale – che nella nostra provincia la media delle ore versate dalle aziende nella Cassa edile sia di 80 ore per lavoratore. Così come è del tutto inverosimile che nel settore edile, dove grande è stato lo sforzo di qualificazione professionale, solo il 6% degli operai siano inquadrati come specializzati e l'80% abbia un inquadramento da operaio comune (senza professionalità), e che ci sia un'impennata di contratti di lavoro a tempo parziale. A tutti gli enti appaltanti chiediamo di concordare con le parti sociali un protocollo d'intesa, che combatta seriamente il lavoro nero, l'illegalità e il rispetto contrattuale. A tutti i lavoratori chiediamo di aiutarci in tale monitoraggio e nell'attività di contrasto a questo nuovo precariato, segnalandoci in sede le irregolarità poste in essere nei loro cantieri".

I dati statistici raccolti dal sindacato degli edili Cgil confermano che in numerosi cantieri edili, tra quelli attualmente operativi nella provincia di Napoli, continua a registrarsi un altissimo tasso di elusione alle norme, sia legali che contrattuali, che disciplinano i rapporti di lavoro nel settore. "Il fenomeno che ci troviamo ora a dover fronteggiare – aggiunge Nappo – assume grandi proporzioni e denunzia un'inammissibile trasgressione delle norme contrattuali, con una forte compressione dei livelli retributivi e contributivi e con una dilagante compressione dei livelli salariali, a mezzo di tecniche che dimostrano, non solo come detto fenomeno sia diffuso, ma anche la sua pianificazione".

Secondo la Fillea, la decurtazione delle retribuzioni avviene a mezzo di vari espedienti: inquadramento in mansioni di operaio comune per chi invece svolge lavoro qualificato o addirittura specializzato; contratti di lavoro a tempo parziale, che nascondono contratti di lavoro a tempo pieno; utilizzo di voucher; ore di pioggia, festività, ferie, malattie, permessi, tutti non retribuiti; indennità negate. Ovviamente il meccanismo è tale da triplicare e quadruplicare gli effetti: ad una minore retribuzione, corrispondono prestazioni non pagate, contributi previdenziali evasi con un danno alla posizione contributiva, minori versamenti alla Cassa edile, e quindi accantonamento di somme inferiori a quelle invece maturate e, a catena, minori patrimonializzazioni per gli strumenti garantiti dagli enti bilaterali, e ovviamente maggior elusione fiscale.

"Tali inadempienze – conclude il leader della Fillea napoletana – non possono non preoccuparci e allarmarci. Sentiamo la necessità di azioni coerenti da parte delle organizzazioni sindacali e datoriali di contrasto efficace rispetto a tali irregolarità ed espedienti ai danni dei lavoratori. Ancora troppo subappalto e interposizione fittizia di manodopera, e troppo lavoro nero".