“Cinquemila euro di premio di produzione per ognuno dei 2.700 dipendenti. Cinquanta milioni di euro di ulteriori, nuovi investimenti. Oltre un centinaio di assunzioni in arrivo. E gli iscritti Fiom che – almeno qui, di fronte a un integrativo fresco di firma e di benefici non solo economici - cominciano a chiedersi quale senso sindacale abbia la guerra continua al modello contrattuale Fiat”. Così racconta Raffaella Polato su Il Corriere della Sera la firma, tra azienda e Fim Uilm e Fismic, del primo contratto integrativo del gruppo Fiat dopo lo strappo di Marchionne, dando la parola in pratica solo all’azienda.

Per sentire l’altra campana, bisogna invece leggere La Repubblica. “La Fiom, esclusa nel sistema Fiat dalle trattative, ha fatto ricorso in tribunale – scrive Paolo Griseri –. La sentenza è attesa nei prossimi giorni: ‘La firma dell'accordo - sostengono i metalmeccanici della Cgil - è venuta volutamente prima della sentenza. Ma se il tribunale ci dovesse dare ragione, diventerebbe illegittima la nostra esclusione e anche lo stesso accordo’. ‘Attendiamo anche noi la sentenza – replica Amedeo Felisa, ad di Ferrari - all'integrativo stiamo lavorando da novembre. Certo' saremmo tutti più contenti se l'ideologia potesse rimanere fuori dalla fabbrica’”. Altro particolare che troviamo solo su La Repubblica, il numero dei votanti: “il sì ha ottenuto 1.126 voti e il no 200 su un totale di2.700 dipendenti”. Ha votato cioè circa la metà degli aventi diritto.