La vertenza per il fallimento della Qui! Group torna al Mise (domani, 25 ottobre, ore 17.00), a un mese dall'ultimo vertice con sindacati e curatori fallimentari convocato dal ministero. La vertenza, che interessa la società leader nella distribuzione di buoni pasto, assume sempre più contorni drammatici per la dimensione economica ed occupazionale del crack. Sono 200 i lavoratori (quasi tutti a Genova) già interessati da procedura di licenziamento e che non ricevono lo stipendio dal mese di agosto, ma almeno 600 quelli che potrebbero essere coinvolti, visto che l'emorragia si sta estendendo alle società partecipate. Il rischio, molto concreto, è quello di un effetto a catena con conseguenze pesantissime tra occupati diretti e indotto.

Impressionante anche la dimensione del debito accumulato. Sarebbero oltre quindicimila i creditori della Qui Group!, dichiarata fallita lo scorso settembre dal Tribunale. Con circa 326 milioni di debiti, dei quali 200 sarebbero nei confronti degli esercenti (bar, ristoranti, supermercati, etc.). Si stimano circa 15mila creditori. I dati emergono da un comunicato delle organizzazioni sindacali - Filcams, Fisascat, Uiltucs - che hanno incontrato lunedì 22 ottobre, insieme alle Rsa, i curatori fallimentari, assistiti da Confindustria e dai consulenti del lavoro. Fuori i lavoratori in presidio insieme ai sindacati.

"I rappresentanti dell'azienda hanno ribadito, dopo approfondita analisi, che non esistono al momento ammortizzatori sociali straordinari o in deroga da applicare all'azienda in fallimento. Quindi si e' aperta la discussione della procedura di licenziamento collettivo, con l'auspicio di raggiungere un accordo" si legge nella nota dei sindacati. I curatori hanno illustrato le possibili prospettive di cessione delle compartecipate Qui! Group: la "Piu' Buono", ad esempio, ha ricevuto manifestazioni d'interesse all'acquisto da soggetti terzi. "Si tratta di un percorso comunque difficile, legato anche all'aggiudicazione definitiva della gara Consip", si legge nel comunicato unitario. Tuttavia tale trattativa non coinvolge la Qui!Group. Su "Qui! Financial Services" sembrerebbero esserci manifestazioni d'interesse, ma non possibili acquirenti.