Domani, 30 maggio, a Roma, presso il ministero del Lavoro, si svolgerà l'incontro tra sindacati ed Ericsson. In questi giorni infatti sono in via di chiusura i termini previsti dalla procedura per trovare una soluzione ai 61 esuberi dichiarati nella sola sede genovese.

SI tratta della quattordicesima procedura di licenziamento collettivo in 10 anni. Una lenta emorragia di posti di lavoro e professionalità che pare inarrestabile. Nonostante le rassicurazioni della politica e delle istituzioni, però, ai sindacati pare che siano solo i lavoratori a pagare le conseguenze di “scelte imprenditoriali e politiche poco lungimiranti e scarsamente responsabili”.

Insieme a questa vertenza, però, nel settore delle telecomunicazioni se ne è aperta un’altra: si tratta di Wind Tre che ha recentemente comunicato l’intenzione di cedere il call center. A Genova la decisione coinvolge in questo caso 200 lavoratori. Si tratta di quella che tecnicamente si definisce “cessione di ramo d’azienda”.

Per il momento non si sa chi subentra, se manterrà tutta l’occupazione e se manterrà la sede a Genova, per i lavoratori un salto nel buio. Oggi i dipendenti della sede genovese effettueranno un presidio di protesta a partire dalle ore 16 davanti al negozio di Piazza De Ferrari.

Da tempo – scrivono in una nota Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Genova – chiediamo attenzione sul settore delle telecomunicazioni che, pur con queste contraddizioni, resta un comparto strategico per lo sviluppo della nostra economia”. Alla miopia della politica, concludono i sindacati, “si sta pericolosamente aggiungendo anche un’altra patologia, quella della sordità. Cortei, manifestazioni, comunicati, processioni nelle varie sedi istituzionali hanno prodotto solo dichiarazioni di intenti. La politica però può fare ancora molto ed è per questo che sollecitiamo le istituzioni ad attivarsi concretamente per queste due grandi aziende che sono tali grazie alle professionalità che oggi vogliono dismettere”.