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Sciopero immediato alla Ericsson di Genova dopo che, in mattinata, è giunta la notizia che l'azienda non intende presentarsi al tavolo convocato per domani (22 giugno) al ministero dello Sviluppo economico a Roma. “È un atteggiamento inaccettabile, non solo nei confronti dei dipendenti e delle proprie organizzazioni di rappresentanza, ma anche verso le istituzioni e la città verso le quali Ericsson è totalmente irrispettosa”. A dirlo è Fabio Allegretti, segretario generale Slc Cgil Genova.
La multinazionale ha da poco annunciato 332 licenziamenti in Italia e, vista la portata nazionale del caso, il dicastero dello Sviluppo aveva convocato le parti con l'obiettivo di aprire un tavolo di crisi. Ma nulla di tutto ciò accadrà. “Chiediamo alle istituzioni locali – aggiunge l'esponente della Cgil – di attivarsi subito per trovare una soluzione che riapra la trattativa”.
Intanto questa mattina agli Erzelli è stato deciso lo sciopero immediato – che sarà replicato domani – con la richiesta di un incontro alla Prefettura di Genova. Appuntamento alle ore 9 in largo Pertini da dove il corteo si muoverà verso gli uffici della rappresentanza governativa.
Genova è l'epicentro della crisi aziendale. Sui 332 esuberi per l’Italia, circa la metà toccheranno al capoluogo ligure. Ma c’è anche Pisa, dove i dipendenti del Centro di ricerca da anni collaborano con la Scuola superiore Sant'Anna e il Cnr. Gli esuberi dichiarati nello stabilimento toscano riguardano un quinto degli addetti complessivi, 9 su 49 (più quattro ricercatori a termine): se a questi si aggiungono i 26 trasferimenti di lavoratori da Genova ordinati a gennaio, il risultato – spiegano i sindacati – è quello di svuotare il Centro di ricerca per poi chiuderlo entro pochi mesi.