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Dopo la rottura di ieri sera al ministero dello Sviluppo Economico, oggi i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil hanno raggiunto un accordo con l'Eni e il Governo sulle prospettive dei siti industriali Eni di Gela e Porto Marghera.
“Tre i risultati che ci prefiggevamo - commenta Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil - : il rispetto degli accordi sottoscritti per i siti di Gela e Marghera; l'apertura della fabbrica con il coinvolgimento dell'indotto nelle manutenzioni; la ripresa del confronto, stavolta ad impianti aperti. Rimane inalterata tra noi e l'Eni – prosegue Miceli – la distanza sulle prospettive industriali dell'impianto di Gela, ma adesso è chiaro che il confronto dovrà necessariamente partire dall'intesa del 2013”.
“Noi a quell'accordo – conclude il leader sindacale - non rinunciamo, perché lega i processi di estrazione a quelli della raffinazione in un ciclo industriale virtuoso. Ora l'ultima parola, come sempre, spetta ai lavoratori”.
“E’ un cambio di rotta significativo, frutto della lotta di queste settimane dei lavoratori e del sindacato, che dà speranza e prospettive a un intero territorio”: è il commento dei segretari generali della Cgil Sicilia, della Filctem regionale, della Cgil di Caltanissetta e della Fiom Sicilia. In una nota congiunta Michele Pagliaro, Giuseppe D’Aquila, Ignazio Giudice e Roberto Mastrosimone sottolineano la parte dell’intesa che considerano la più importante, che è stata al centro della lunghissima trattativa con Eni, al Mise: quasi 24 ore.
“Viene sottoscritta la validità dell’accordo del 2013 - rilevano -, e nelle more della definizione del negoziato territoriale sulle prospettive future del sito vengono avviate le manutenzioni per il ripristino dell’efficienza operativa della Linea 1. Questo- sottolineano- significa fare ripartire la raffineria, tornare al lavoro e , cosa significativa, vale anche per l’indotto, affinchè sia salvaguardato anche attraverso processi di riqualificazione”. Per i quattro sindacalisti “è una vittoria netta, con un passo indietro dell’Eni, e certamente lo dobbiamo all’impegno messo in campo dalle nostre strutture con i loro massimi vertici”. “Questo- sottolineano però- non significa che la partita si chiude qui, perché a settembre si avvierà il confronto sulle prospettive strategiche del sito di Gela con il coinvolgimento delle strutture territoriali. Si disegnerà, insomma, il futuro del sito industriale. Dal canto nostro vigileremo - concludono - perché questa vertenza segni l’inizio di una nuova politica industriale in Sicilia, dei grandi gruppi e dei governi nazionale e regionale”.