Riciclaggio e paradisi fiscali: Emilia-Romagna e Modena ai primi posti di questa poca invidiabile classifica. I dati che che arrivano dall’Unità antiriciclaggio della Banca d'Italia, relativi all'ultimo semestre 2014, sono particolarmente allarmanti. Nel solo semestre alle spalle, sono state 34.118 le segnalazioni per sospetto riciclaggio sporco e 62 quelle relative a sospetto finanziamento del terrorismo internazionale. "La stragrande maggioranza delle segnalazioni sospette provengono,  sia per il panorama nazionale ma, più o meno, anche regionale, – dichiara Franco Zavatti, dirigente della Cgil di Modena e coordinatore legalità e sicurezza della confederazione regionale – per il 95% da sportelli bancari, postali e assicurazioni; il 3% da notai; il 1,6% da gestori case da gioco e scommesse o commercio oro; solamente lo 0,2% da commercialisti, ancora meno da revisori dei conti per 0,1%; percentuale irrilevante da avvocati".

Per l'Emilia-Romagna i dati sono allarmanti: nell'ultimo anno sono arrivate ben 4.760  segnalazioni su sospetto riciclaggio: quinta regione in Italia, a pari merito con la Toscana. Dopo le 1.077 segnalazioni dalla provincia di Bologna, al secondo posto c'è Modena con 692, più di Catanzaro, Avellino, Foggia e Brianza. Seguono Reggio Emilia con 593, Forlì con 552.

"A fronte di dati così pesanti – riprende il sindacalista – era legittimo l'interrogativo: da questi nostri territori partono così tante segnalazioni solo perchè siamo più attenti e rigorosi? Non è così, anzi. Dal Nord-Est,  Emilia compresa,  arrivano il 17,6% delle segnalazioni, che è la quota più bassa rispetto al Nord-Ovest, al Centro e al Meridione che insieme allertano il 49% dei casi". I settori di attività economica maggiormente segnalati sono, in ordine decrescente: industria, edilizia, agricoltura e commercio. Le tipologie di operazioni economiche segnalate maggiormente a rischio sono bonifici – sopratutto al Nord – compra-vendita di titoli, versamenti assegni, versamenti in contante più concentrati al Centro-Sud.

"Questa evidente criticità già emersa nei report di un biennio fa – commenta Zavatti –, oggi esplode in un picco assolutamente allarmante. Sul totale della movimentazione dei bonifici sospetti e segnalati, quelli provenienti dai paradisi fiscali, vede l'Emilia Romagna nella media delle altre regioni del Nord, ma con la provincia di Modena, prima e unica in regione,  fascia rossa che ci assegna dal 15 al 18,4% di bonifici sospetti in arrivo da quei paesi". Va ancora peggio per ciò che riguarda la quota dei bonifici verso i paradisi fiscali: "Modena è posta nella più alta fascia in assoluto di rischio con l'emissione verso quei paesi sospetti, tra il 18,3 e 32,3% del totale dei bonifici segnalati. Anche in questo caso, Modena è al picco in Emilia e nell'intero Nord, assieme a poche province di Liguria e Piemonte", sottolinea il dirigente sindacale.

"Prima che il bubbone diventi cancro – conclude Zavatti –, va affrontato presto e seriamente. Non basta l'encomiabile attività di indagine della Banca centrale e le conseguenti e crescenti denunce giudiziarie. Il problema riguarda infatti il territorio: istituzioni locali, economia, professioni, forze sociali e civili che vogliono sviluppo e lavoro pulito e nella legalità. La Cgil si sente direttamente coinvolta. È urgente definire una sede autorevole e rappresentativa,  regionale e provinciale, che analizzi a fondo questi dati, queste tendenze, i soggetti coinvolti e destinatari, le modalità prevalenti, le possibili radici e contromisure condivise".