Bologna - Il primo marzo l'assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha approvato il Piano energetico regionale. Già nella fase in cui era possibile presentare osservazioni al Piano, sono state accolte diverse proposte presentate da un gruppo di associazioni e sindacati che comprendono Cgil, Cisl, Uil, Energia per l'Italia, Legambiente, WWF e “Si alle rinnovabili No al nucleare”. In seguito le associazioni hanno deciso di presentare congiuntamente nuove osservazioni al Piano, precisando ulteriormente le proposte precedentemente avanzate, presentando il documento: Regione Emilia Romagna: faccia scelte più coraggiose sui cambiamenti climatici. Si progetti ora il futuro il cui orizzonte è il 100% rinnovabili.

Il Piano approvato il primo marzo assume come riferimento temporale il 2050 e a quella data, si legge nel provvedimento, “la regione si impegna nei confronti di una decarbonizzazione dell'economia tale da raggiungere, entro il 2050, una riduzione delle emissioni serra almeno dell'80% rispetto ai livelli del 1990. Tale obiettivo dovrà essere raggiunto, in via prioritaria, attraverso una decarbonizzazione totale della generazione elettrica, un progressivo abbandono dei combustibili fossili in tutti i settori, in primo luogo nei trasporti e negli usi per riscaldamento e raffrescamento”.

“Il riferimento al 2050, che noi abbiamo chiesto, anziché al 2030 come precedentemente previsto, cioè tra 13 anni, è indispensabile se si vuole dare immediatamente avvio alla pianificazione degli strumenti e delle misure, e alla loro attuazione, per cogliere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti”. Questo il commento di sindacati e associazioni. Che proseguono: “Avevamo proposto di inserire nel piano apposite agevolazioni fiscali per promuovere gli interventi privati nelle aree del risparmio energetico e della produzione da energie rinnovabili, ma purtroppo questa richiesta non è stata accolta. Auspichiamo che le migliori indicazioni del piano siano coerentemente messe in pratica, a partire dai piani triennali di attuazione”.

E’ stato anche istituito, su richiesta di sindacati e associazioni, un “Tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano” nell’ambito del Pta (Piano triennale di attuazione) con la presenza delle parti sociali e delle associazioni ambientaliste, che con cadenza annuale verifichi periodicamente le politiche ed azioni previste nei vari strumenti di programmazione. Il Pta è lo strumento operativo del Piano e distribuisce le risorse economiche (in maggioranza fondi comunitari) sulla base di assi di intervento previsti dalla comunità europea. Per i sindacati le risorse devono essere più efficacemente indirizzate rispetto al passato nei settori della riqualificazione energetica degli edifici e della mobilità sostenibile.

Sulla qualificazione edilizia, urbana e territoriale sono previste, ma dovranno essere ulteriormente incentivate, alcune specifiche sperimentazioni per una riqualificazione energetica di interi edifici, condomini e quartieri (retrofit energetico e adeguamento sismico).

Per la qualificazione delle imprese (industria, terziario e agricoltura), gli incentivi per le diagnosi energetiche dovranno essere subordinati a concreti interventi di efficientamento energetico.

Sindacati e associazioni parteciperanno al “Tavolo per il monitoraggio delle azioni e dei risultati del Piano”, con “l'intento di contribuire a raggiungere finalmente, al 2050, l’obiettivo della decarbonizzazione regionale”.