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È partita lo scorso 12 febbraio, con la prima tappa ad Aosta, la campagna di raccolta firme della Cgil per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla tutela dei lavoratori negli appalti. “Si tratta di un viaggio che, al pari di quello per la legalità – spiega Moulay El Akkioui, della Cgil nazionale –, attraverserà tutta la penisola, dal Nord al Sud, coinvolgendo tutte le categorie sociali, i luoghi di lavoro, le scuole e le università, per chiudersi a Roma negli ultimi giorni di aprile. La campagna ha per noi un valore etico, morale, sociale e politico”.
Rassegna Un impegno per il quale la Cgil ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo…
El Akkioui Non c’è dubbio. Gli appalti sono oggi sinonimo di destrutturazione e sfruttamento del lavoro, di compressione dei diritti, di lavoro povero e subalterno, di dumping e competizione al ribasso, di illegalità e inquinamento dell’economia. Stiamo parlando di un mondo che riguarda l’insieme di tutti i settori economici e produttivi del paese, dal pubblico ai servizi, all’industria, e che produce il 16 per cento del Pil nazionale. Milioni i lavoratori coinvolti, molto spesso donne, giovani e migranti, esposti per una vita al precariato, senza carriere contributive dignitose, con basse e bassissime retribuzioni, senza valorizzazione professionale, spesso in una condizione di ricattabilità e di esclusione sociale.
Rassegna A peggiorare le cose, per i lavoratori degli appalti, è intervenuto il Jobs Act. Dove ritieni che farà più danni il provvedimento governativo?
El Akkioui Uno degli effetti più devastanti del Jobs Act sarà nel fatto che tutti i lavoratori che godevano del tempo indeterminato e quindi dell'articolo 18, con il cambio di appalto passeranno alle cosiddette tutele crescenti, potendo quindi essere licenziati in qualunque momento. Nei prossimi anni centinaia di migliaia di lavoratori perderanno parecchi diritti fondamentali. Una beffa, se si pensa che Renzi e il suo governo avevano promesso di allargare i diritti ai lavoratori deboli, in materia di trattamenti retributivi, contributivi e in ammortizzatori sociali universali. Al contrario, le azioni dell’esecutivo dividono e frantumano ancora di più il mondo del lavoro. È impensabile pensare di riformare il lavoro e rilanciare lo sviluppo e la crescita del paese senza affrontare questi nodi.
Rassegna Puoi riassumere i contenuti della proposta di legge di iniziativa popolare?
El Akkioui La proposta prevede innanzitutto una drastica riduzione delle 30.000 stazioni appaltanti che operano oggi in Italia. Sarebbe il primo passo per creare un sistema di appalti pubblici moderno e credibile, sotto il profilo della qualità della spesa, della congruità dei costi, nonché della trasparenza e della legalità delle procedure, anche per contrastare fenomeni corruttivi e di infiltrazione criminale o comunque illecita. Senza dimenticare l’altro pilastro della nostra riforma, che è la lotta al criterio del massimo ribasso, soprattutto in una stagione in cui i tagli lineari alla spesa pubblica hanno avuto un effetto dirompente, in particolare sugli appalti nei servizi.
Rassegna La lotta contro la pratica del massimo ribasso è da anni un cavallo di battaglia della Cgil e, in particolare, di alcune sue federazioni di categoria…
El Akkioui Il massimo ribasso rappresenta il vero “buco nero” dell’intero sistema. Va contrastato con forza in favore del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la cui pratica applicazione, anche alla luce dell’esperienza vissuta, va tuttavia gestita in maniera tale da non far rientrare surrettiziamente dalla finestra ciò che si vorrebbe far uscire dalla porta. Ma non solo. Nel complesso della nostra proposta, attribuiamo un’enorme importanza anche al rafforzamento per via legislativa delle clausole sociali per la stabilità dell’occupazione e dei trattamenti nei cambi di appalto e al ripristino pieno e certo della responsabilità solidale di tutta la catena di appalti e subappalti, dal committente in giù, a garanzia dei diritti retributivi, contributivi, di salute e sicurezza.
Rassegna L’iniziativa della Cgil a sostegno della legge sugli appalti si intreccia per molti aspetti a un’altra importante campagna, quella per la legalità, che ha celebrato la sua conclusione lo scorso 19 febbraio a Roma.
El Akkioui Tutti i più recenti scandali sono maturati all'interno del mondo degli appalti, basti pensare al caso Mose, all’Expo, a Mafia Capitale. Gli appalti, per come sono oggi regolamentati, aprono le porte ai più inquietanti fenomeni criminali. Se a ciò aggiungiamo le conseguenze delle politiche di austerità degli ultimi anni, che prevedono come unico modo per essere competitivi la riduzione del costo del lavoro e non gli investimenti in ricerca, innovazione, competenze, produzione di qualità, le cose – in particolare per i lavoratori coinvolti – appaiono ai nostri occhi in tutta la loro gravità, rendendo ancora più esplicito il motivo della nostra campagna e dell’impegno speciale profuso per la sua buona riuscita.