"Il Manifesto è tanta parte della mia vita. Ma non vado né in campagna né in esilio. Rimango comunque un lettore del Manifesto e continuerò la mia battaglia. E' un addio polemico". Così oggi sulle colonne di Repubblica Valentino Parlato, tra i fondatori del Manifesto, spiega le ragioni del suo addio al giornale annunciato ieri con 17 righe in prima pagina.

"Il Manifesto è un giornale decaduto - spiega Parlato - Doveva rimanere un giornale di partito e invece quel ruolo si è dissolto. E' un giornale come gli altri, per giunta in difficoltà economiche. Generico e povero. Ed è mancato un dibattito forte per rinnovarlo". "Mi pento - aggiunge - di non essermi associato prima alla posizione di Rossanda". "La direzione Rangeri ha lavorato tantissimo - riconosce Parlato - ma per la sopravvivenza e non si è riusciti a ridiscutere il prodotto".