Per cambiare il settore delle costruzioni in Italia la priorità - secondo Fillea- Cgil Filca- Cisl Feneal-Uil e Legambiente Nazionale, che hanno redatto la terza edizione del rapporto “OISE” – è quella di creare “finalmente” una cabina di regia nazionale per l’efficienza energetica in edilizia (una struttura, oltretutto, già prevista dal Decreto Legislativo 102/2014) che consenta di “coordinare gli interventi necessari a mettere mano all’articolato patrimonio edilizio e di superare i problemi di accesso agli incentivi e al credito, di semplificare gli interventi, di valorizzare le opportunità legate alla programmazione europea 2014-2020”.

Ma oltre a questa priorità, secondo gli autori del rapporto ci sono quattro questioni aperte e da affrontare subito per “muovere i cantieri e tornare a creare lavoro nell’edilizia italiana”.

La prima azione
è quella di “legare incentivi, prestazioni, controlli”. Secondo sindacati e Legambiente servono “politiche di incentivo che siano sempre legate a una riduzione certificata dei consumi energetici”. L’accesso a strumenti di incentivo deve dunque essere “sempre vincolato a un audit energetico” che evidenzi i risultati che si vogliono raggiungere (in termini proprio di salto di Classe energetica) e a una successiva verifica dei risultati raggiunti. “La direzione da prendere – si legge nel rapporto OISE - è quella di incentivare gli interventi capaci di realizzare uno scatto di classe energetica di appartenenza con una riduzione di almeno il 50% dei consumi delle famiglie”. Questo cambio di approccio deve valere anche per spingere la messa in sicurezza antisismica degli edifici, in modo da legare sempre i due interventi nella riqualificazione.

Il secondo nodo è quello delle “certezze per orientare il futuro”: tra queste c’è l’ecobonus che, con un orizzonte temporale serio, di almeno 4-5 anni, per premiare gli interventi edilizi sull’involucro (creando lavoro) e le tecnologie più efficienti e meno costose, porterebbe benefici per le famiglie in termini di riduzione delle bollette. Sempre in questa direzione – secondo il rapporto OISE - occorre rendere subito operativo il fondo per l’efficienza energetica introdotto con il Decreto Legislativo 102/2014 e stabilire i criteri per l’accesso da parte di privati e enti pubblici. Inoltre occorre “modificare l’accordo di partenariato con le Regioni, che vieta l’accesso alle risorse europee per gli interventi da parte di privati. Inoltre è strategico escludere dal patto di stabilità gli interventi che permettono di realizzare interventi certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli edifici”.
Le proposte

Terzo punto: muovere la riqualificazione dei condomini. “Negli interventi sugli edifici condominiali – scrivono sindacati e Legambiente - deve diventare semplice e vantaggioso realizzare retrofit energetici che consentano di migliorare anche la vivibilità degli spazi privati e condominiali (creazione di terrazzi con obiettivi di schermatura solare e di ridefinizione delle disposizioni interne, installazione di ascensori e corpi scala a norma di Legge, interventi di riqualificazione degli spazi liberi e di creazione di tetti verdi, consolidamento antisismico degli edifici, ecc.)”. Serve per questo “un intervento normativo che semplifichi gli interventi di retrofit energetico, legando il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici - almeno il 50% di riduzione dei consumi o il raggiungimento della Classe B di certificazione – inoltre occorre introdurre un incentivo per la riqualificazione dei condomini che permetta di superare le barriere di accesso per le famiglie a basso reddito”.

Quarto punto: controlli e sanzioni per garantire i cittadini sulle prestazioni energetiche e la sicurezza degli edifici. “Ancora in molte Regioni – si osserva nel rapporto - non vi sono né controlli né sanzioni sulle certificazioni, quando introdurre regole omogenee in tutta Italia per le prestazioni in edilizia e controlli indipendenti su tutti gli edifici con sanzioni vere per chi non rispetta le regole per la progettazione, costruzione, certificazione è una scelta nell’interesse dei cittadini come delle imprese e dei progettisti onesti”. Prestazioni energetiche e di sicurezza “devono viaggiare assieme – afferma ancora il rapporto OISE - e questa situazione deve essere superata stabilendo l’obbligo di dotarsi di un libretto antisismico per tutti gli edifici esistenti, che deve rappresentare la carta di identità delle strutture, permettendo così di conoscere il grado effettivo di affidabilità e sicurezza degli edifici in termini di vulnerabilità sismica e rispetto ai rischi idrogeologici dell’area”.

L’impegno comune di Fillea, Filca, Feneal e Legambiente è di “lavorare perché questa prospettiva prenda piede, per invertire la curva dell’occupazione e arrivare a 700mila posti di lavoro a regime nella riqualificazione e manutenzione dell’enorme patrimonio edilizio italiano, che possono arrivare a 1 milione considerando tutto l’indotto della filiera delle costruzioni. Non possiamo permetterci di perdere questa sfida”.