Più che crescita, stagnazione. E un accenno di risveglio dall’industria. Sono questi i “timidi segnali positivi” che emergono dal 1° Focus Economia della Toscana del 2015, realizzato da IRES per CGIL Toscana. I dati presentano una situazione controversa nella quale non mancano alcuni segnali incoraggianti, come la ripresa degli avviamenti anche a tempo indeterminato e le buone performance di alcuni settori industriali, ma che tuttavia non invertono ancora la tendenza sui licenziamenti e sulla cassa integrazione.

La disoccupazione si attesta al 9,3%, in aumento dell’ 1,7% sull’analogo trimestre del 2013, così come i licenziamenti collettivi in crescita del 15,2% nel terzo trimestre 2014 sul terzo trimestre 2013 e su base cumulata annua del 20%, con Livorno, Pistoia e Lucca che segnano i dati peggiori rispettivamente col +37,9%, +30,6% e +27,7%. L’unica provincia toscana a invertire la tendenza con un -1,1% è Pisa.

La cassa integrazione segna un nuovo record a oltre 63 milioni di ore al 31 dicembre 2014 (63,084 ml.), in crescita del 4,17% e in aumento in tutti i settori ad eccezione del tessile abbigliamento calzaturiero, dell’arredamento, del lapideo e per la prima volta delle costruzioni che si mantiene comunque su valori assoluti al di sopra delle 9 milioni di ore annue. Va considerato che sul dato “ufficiale” pesa molto il ritardo nell’accoglimento delle domande della cassa in deroga, con uno scarto di circa 6 mesi per le note vicende legate al finanziamento dell’apposito fondo.

La deroga rappresenta circa un quarto delle ore del 2014, e questo pone un pesante interrogativo su quanto accadrà nel corso di quest’anno col progressivo superamento della stessa e la riforma annunciata nella legge delega.

Poco sotto i 40.000 i cosiddetti “disoccupati equivalenti”, cioè il corrispettivo a zero ore dei lavoratori cassintegrati.

Incoraggiante il dato sugli avviamenti, che riprendono a salire con un +10,4% nel terzo trimestre 2014 sul terzo trimestre 2013 e anche su scala complessiva annua ( 552.000 contro le circa 489.000 del 2013).

Crescono per il secondo trimestre gli avviamenti a tempo indeterminato che, pur rappresentando solo il 15,67% del totale, risultano in aumento del 13,3% sull’anno precedente, anche se ormai un tempo indeterminato su 2 è configurato come part-time, con le evidenti connessioni in termini di lavoro povero.

Continua invece la crisi delle costruzioni, che perde altri 8.000 addetti: da 123.000 a 115.000. La Cgil giudica però “incoraggiante” il consolidarsi della tendenza alla crescita di occupati nell’industria in senso stretto, che passa in un anno da 306.000 a 336.000 segnando il record degli addetti dall’inizio della crisi, “segno di una vitalità del nostro manifatturiero”.

Sensibile il calo dei cosiddetti “scoraggiati” inattivi (- 65.000), ma è difficile stabilire “se sono connessi ad un maggiore bisogno che spinge alla ricerca di lavoro, ad un maggior ottimismo percepito nel paese o ad entrambe le ragioni”.

La produzione industriale continua specularmente a dare complessivamente segni di difficoltà (-1%), “a dimostrazione – si legge nel Focus - dell’allargamento della forbice tra settori e imprese ‘export e no-export’, con le prime che possono beneficiare di fattori esogeni come il favorevole tasso di cambio con l’indebolimento dell’Euro”. L’export infatti riprende a crescere del 2% con i risultati migliori nel T.A.C e nella meccanica e di contro con l’agricoltura con un – 6,8% in ingente flessione.

Continua il momento difficile del sistema bancario con le sofferenze che sfiorano i 14,5 miliardi con impieghi stazionari verso l’industria e in calo di oltre 700 milioni in edilizia.

Dall’esame sulla banca dati CAAF sulle denunce dei redditi dei lavoratori dipendenti toscani, emerge che l’incrocio tra redditi e aumento della tassazione nazionale e locale ha prodotto una perdita della ricchezza di circa un punto e mezzo percentuale nell’ultimo anno, con le naturali evidenze in termini di consumi.

Secondo Daniele Quiriconi, Responsabile Mercato del Lavoro della Segreteria della CGIL Toscana, “ai segnali di incoraggiamento provenienti da una ripresa degli avviamenti e dall’industria in senso stretto (che essendo riferiti al 2014 non hanno nulla a che fare con le riforme del Governo) fanno da contraltare l’aumento della disoccupazione e della cassa integrazione, fenomeno destinato ad accentuarsi nel corso del 2015. La preoccupazione che la riduzione della durata degli strumenti di protezione sociale e il prossimo superamento dell’indennità di mobilità e della cassa in deroga accentui le disparità e le diseguaglianze, appare suffragata dai dati di fatto”.

Fabio Giovagnoli, Presidente di IRES Toscana, afferma che “pur con le contraddizioni che abbiamo cercato di sottolineare, registriamo un leggero risveglio per la nostra regione. Questi nuovi segnali nascono essenzialmente da condizionamenti positivi esterni ed interessano solo una parte, ancora marginale, della nostra economia. Bisognerà capire fino a quando questi effetti dureranno. Le politiche economiche, finanziarie e sociali fin qui espresse hanno avuto scarsa influenza su ciò che si è prodotto. Quanto incideranno per il futuro?”.