"Credevamo che dopo lo sgombero di San Nicola Varco non avremmo più assistito ad interventi di forza nei confronti dei migranti, e invece a distanza di cinque anni la storia si ripete". Inizia così la nota con cui Anselmo Botte, segretario della Cgil Salerno, condanna un'azione che - afferma - "è assolutamente inutile e non risolve il problema del degrado".

"Abbiamo denunciato più volte le vergognose condizioni di vita che si vive all'interno di quei ghetti - afferma il segretario Cgil - L'ex Appof è particolarmente pericolosa in quanto le baracche che ospitano i migranti sono ubicate sotto tettoie di amianto. Abbiamo anche coinvolto l'Amministrazione comunale di Eboli, e dopo una visita nel ghetto, nei mesi scorsi, si era convenuto di risolvere il problema cercando di trovare soluzioni alternative a quello stato di estremo degrado nel quale vivevano poco meno di un centinaio di migranti".

Ma secondo la Cgil, l'intervento di oggi (30 agosto) "vanifica ogni tentativo di mettere in piedi politiche di accoglienza nei confronti di lavoratori agricoli che, è bene sottolineare, reggono sulle loro spalle e sullo sfruttamento delle loro braccia, una florida economia agricola. Gli sgomberi non risolvono alcun problema, adesso bisognerà capire dove dormiranno questa notte e nei prossimi giorni".

"Abbiamo parlato più volte con quei migranti - racconta ancora Botte - si tratta per lo più di braccianti magrebini che non riescono a lavorare tutto il mese e, con le misere paghe che percepiscono, non sono in grado di pagarsi il fitto di un appartamento, con un minimo di aiuto avremmo potuto pensare a strutture di accoglienza per questi lavoratori. E invece siamo qui a commentare un intervento che non comprendiamo e non condividiamo, i ghetti bisogna chiuderli, ma prima di farlo occorre individuare soluzioni di alloggio alternative".