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“Cento milioni di risparmi si potevano ottenere in altro modo, senza indebolire il sistema di verifica della regolarità contributiva. Ora il rischio concreto è che il provvedimento del governo sul Durc elettronico penalizzi le imprese che versano regolarmente i contributi a favore dei furbetti del quartierino”. È lapidario il giudizio di Dario Boni, segretario nazionale della Fillea Cgil, sul Durc (Documento unico di regolarità contributiva) elettronico, illustrato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
“Il nuovo sistema – insiste Boni – non certifica la regolarità in tempo reale, ma fa una fotografia che dura 120 giorni, senza accertarsi se in questo lasso di tempo l’impresa è costante nei versamenti oppure no”. Vengono cancellate, continua il segretario nazionale Fillea Cgil, le verifiche “della regolarità a livello di cantiere, è inibita la possibilità di agganciare la congruità. Tra versamenti, costo del lavoro e ammontare dell’appalto, non viene previsto alcun meccanismo che contrasti l’evasione contributiva”. Insomma, conclude Boni, “non ci sembra un grande passo in avanti. Furbetti a parte”.