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PAVIA - Due incidenti in soli tre giorni all'Eni di Sannazzaro, con due infortunati, entrambi finiti in ospedale per ustioni di primo e secondo grado agli arti, fanno riaccendere i riflettori sulla questione sicurezza per i circa 650 dipendenti della raffineria. Sabato scorso c'è stata l'esplosione a un forno dell'isola-6 con un giovane finito a Niguarda in elisoccorso per ustioni; ieri sera, un dipendente Eni in trasferta dalla raffineria di Gela, ancora nell'isola-6, è stato colpito a un piede da zolfo fuso alla temperatura di 130 gradi: anche per lui corsa in ospedale e prognosi non inferiore ai trenta giorni.
L’ultimo incidente ha riportato in primo piano il dibattito sulla sicurezza ambientale. Il sindaco Roberto Zucca sembra intenzionato a chiedere più contributi dall’Eni per meglio gestire la Commissione di salvaguardia ambientale e ripristinare “la presenza di figure tecniche di parte comunale”. I sindacati Uiltec Uil, Femca Cisl e Filctem Cgil hanno emesso un comunicato unitario in cui si lamentano delle carenze organizzative e chiedono un incontro urgente con la direzione del polo Eni di Sannazzaro per definire i carichi di lavoro che, a loro giudizio, graverebbero in misura molto pesante e precaria sull'attività in fabbrica. “Due lavoratori infortunati nell'esercizio delle loro funzioni e due ricoveri in ospedali sono fatti che riteniamo, unitamente alle rappresentanze sindacali interni, di tale gravità tanto che non possano essere più tollerati”.
Le tre sigle entrano nel dettaglio: “I problemi di natura tecnica e le difficoltà organizzative, legate alla carenza di organico da troppo tempo da noi indicata, devono trovare risposte per evitare situazioni di stress, di pericolo e di rischio per il personale addetto”. Da almeno due anni i sindacati lamentano una carenza, su alcune aree produttive, di circa trenta unità lavorative: conseguente è la richiesta rimasta in parte inevasa di nuove assunzioni specie di giovani del bacino territoriale.
“Chiediamo alla direzione del polo Eni di Sannazzaro e Ferrara – conclude la nota – un incontro urgente e risposte finalizzate a garantire organici e carichi di lavoro coerenti agli accordi sottoscritti. Invochiamo inoltre un efficace presidio di sicurezza in ogni area produttiva in un'ottica di potenziamento generale di attenzione in tutte le aree di attività, specie in quelle maggiormente a rischio. In assenza di risposte adeguate, la mobilitazione si estenderebbe sino ad un'ipotetica azione di scioperi a oltranza”.