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Il teatro Alfieri di Torino è stracolmo già all'inizio della mattinata. Oltre 1.500 tra quadri, delegati e delegate Cgil Cisl Uil di Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Sardegna, Lombardia, Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, hanno affollato la sala torinese, dove si sono riuniti per partecipare a uno dei tre attivi interregionali di lancio della vertenza unitaria per una riforma radicale della previdenza e la modifica della legge Fornero. Sul palco si sono succeduti gli interventi dei delegati e delle delegate delle tre confederazioni sindacali, dopo il saluto del segretario generale Cgil Piemonte, Alberto Tomasso, l'introduzione di Domenico Proietti della segreteria nazionale Uil e le conclusioni della segretaria generale Cisl Annamaria Furlan.
Le donne sono state le protagoniste (e hanno rappresentato la maggioranza) degli interventi, con i loro racconti di vita e di lotta contro un sistema che le penalizza fortemente. Ha aperto Giulia Gigante, delegata dei chimici, che ha ricordato le grandi ristrutturazioni e riorganizzazioni del settore nel territorio piemontese: la chiusura dello stabilimento Michelin di Fossano nel 2017, gli esuberi in Azimut, il trasferimento degli uffici Oréal da Torino a Milano, il gruppo Pilkinton del settore vetro che investe in Polonia e non in Italia e che da tre anni è con i contratti di solidarietà. Gigante ha ricordato anche esempi di eccellenze nate da riorganizzazioni gestite positivamente dal sindacato, come la Pirelli e la Luxottica. “I lavoratori e le lavoratrici addetti a turni stressanti non possono più sopportare gli effetti devastanti della riforma Fornero – ha ribadito Gigante – e le proposte del documento unitario devono diventare patrimonio di tutto il Paese”.
Concetta Contini ha raccontato invece la sua storia di precaria. Delegata Nidil, ha 55 anni e lavora da più di 30 anni, come molte donne a part-time per conciliare le esigenze famigliari con il lavoro. “Quest'anno – dice –, a causa delle modalità discutibili che l'azienda per la quale lavoro mette in atto per reclutare il personale, sono rimasta disoccupata 6 mesi che sono stati coperti dalla Dis-coll ma senza contributi figurativi: mi chiedo perché”. “Bisogna muoverci, lottare per ottenere un sistema universalistico, perché – ribadisce Contini citando Ken Loach - vogliamo il pane ma vogliamo anche e soprattutto le rose per tutti”.
“Se noi siamo il sindacato allora dimostriamo che in Italia facciamo la differenza” ha esortato Barbara Melle, metalmeccanica, rsu della Bitron, sottolineando l'esigenza di dignità e di rispetto per un futuro certo. Giorgia Evangelista è una delegata della Filcams di Milano, lavora nel settore della ristorazione collettiva nelle scuole con un contratto di 15 ore settimanali, che ha tre caratteristiche fondamentali: è un part-time con sospensione estiva “come se con l'estate andassero in sospensione le esigenze dei figli e delle famiglie”, dice; il suo è un lavoro che si svolge all'interno del sistema degli appalti e impiega per la quasi totalità donne. Evangelista denuncia la propria condizione e quella delle sue colleghe: “Le lavoratrici delle mense rischiano di andare in pensione con un assegno molto più basso della pensione minima, visto che il salario di partenza si aggira sui 400-500 euro al mese”. “Per questo – ribadisce Giorgia – bisogna dare il massimo sostegno a questa piattaforma, con ogni mezzo a nostra disposizione”.
Sandra Biolo è un'insegnante di scuola media, delegata Cisl, che parla della propria condizione con un'immagine forte e colorita: “Se in Italia fra poco si potrà andare in pensione solo a 68 anni e 43 di contributi, poiché l'81% degli insegnanti è donna, ben presto ci sarà una gran numero di 'nonne' sessantenni, magari con le caviglie gonfie e il fiatone, chiamate ciascuna per ore a gestire 30 'nipotini'. A volte, un inferno”.
“La legge Fornero ha rovinato intere famiglie – dice dal palco senza mezzi termini Marisa Lombardi, delegata dei bancari Uil – e io ho vissuto in casa il dramma di essere la moglie di un esodato. Dobbiamo obbligare il Governo a confrontarsi con le parti sociali e non solo a 'discutere' nei talk show televisivi”. Tra gli interventi non potevano mancare quelli dei pensionati. Stefano Buzzi, pensionato Cisl ha ricordato che in Italia il 47% dei 17 milioni di pensionati percepisce meno di mille euro al mese, mentre il veneto Giorgio Citto dello Spi Cgil ha sottolineato “che se vogliamo salvare i giovani è importante stare tutti assieme, la manifestazione di oggi è un successo e un passo fondamentale per l'unità sindacale”.
Testimonianze anche dagli edili, una delle categorie più penalizzate dalla legge Fornero che esclude questo e altri settori dal riconoscimento di lavoro usurante. E Luigi Bozzolo, 60 anni, Rsu Uil, racconta di quando ha iniziato a lavorare, giovanissimo, “al caldo, al freddo, nelle gallerie, a respirare catrame in estate il 15 di agosto, a contatto con l'acqua, il fango, l'umidità, le sostanze chimiche”. Luigi parla di sé: “Ho la bronchite cronica, ho avuto un infarto, ma sono vivo, vi racconto la mia storia che è uguale a quella di tanti altri lavoratori”. Luigi finisce il suo intervento con un’esortazione: “Ai politici chiedo come si fa a non considerare usurante un lavoro come questo: forse dovrebbero guardare fuori da una finestra e vedere come si sta sui ponteggi. Vergognatevi!”.
La giornata è stata conclusa dall’intervento di Anna Maria Furlan, segretaria generale della Cisl. “La piattaforma che insieme abbiamo preparato – ha detto – dà risposte e tiene insieme tre generazioni, cosa che è fondamentale nel nostro paese. Riparare le ingiustizie, pensare ad assicurare un futuro pensionistico ai giovani, costruire solidarietà sono obiettivi fondamentali”. Per Furlan, “la bonifica della previdenza rappresenta anche una condizione per la crescita del paese e per rilanciare la competitività”. Forte nel suo intervento il richiamo all'unità sindacale come condizione fondamentale per vincere questa battaglia. Tutti sembrano avere una proposta per riformare il sistema pensionistico, tranne il governo, che continua a promettere ma non pone mai la questione al centro. Allora abbiano noi qualche consiglio e qualche idea da suggerire, che ci ascolti”. Su questo terreno, ha concluso Furlan, l'avvertimento è chiaro: “I sindacati, insieme, aprono una vera e propria vertenza col governo e andranno avanti finché non otterranno i loro obiettivi, che sono obiettivi di giustizia per milioni di lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati e giovani”.
(Ha collaborato Cristina Pecchioli)