La Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza compie trent'anni. Sono ben 196 gli Stati che l'hanno ratificata (un record) e si sono dunque impegnati nel rispetto dei princìpi in essa riconosciuti. Si tratta di “un testo giuridico di eccezionale importanza poiché riconosce, in forma coerente, tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti soggettivi inalienabili. Eppure, nonostante i progressi degli ultimi trent'anni, sono note le condizioni di grave povertà, materiale, educativa, culturale, in cui vivono ancora milioni di bambini nel mondo”, scrivono in una nota Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, e Dario Missaglia, presidente di Proteo Fare Sapere.

“Una piaga che riguarda le aree più povere del pianeta, in particolare dell'Africa subsahariana, ma non risparmia neanche i paesi economicamente più avanzati. Nella sola area Ocse si calcola che oltre trenta milioni di bambini e ragazzi vivano in povertà relativa grave”, continua la nota.

Anche in Italia, tuttavia, la situazione non è delle migliori. I minori in condizione di povertà assoluta sono triplicati negli ultimi dieci anni; la dispersione scolastica ha raggiunto nel 2018 il 14,5% e il fenomeno dei Neet, giovani non impegnati né in percorsi formativi, né in attività lavorative, riguarda il 24% degli italiani tra i 15 e i 29 anni. “I dati evidenziano la forte interconnessione tra povertà economica e povertà educativa, frutto nel nostro Paese del disinvestimento nei settori della conoscenza, con un crollo di investimenti rispetto al Pil dal 4,6% nel 2009 al 3,6% nel 2016 (ultimo dato disponibile), a fronte di una media del 5% negli altri Paesi Ocse. È la fotografia di un Paese in cui cresce drammaticamente la forbice delle disuguaglianze sociali, economiche, territoriali, che affonda le radici in un accesso diseguale all'istruzione fin dalla prima infanzia”, attaccano Sinopoli e Missaglia.

Celebrare i trent'anni della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, “al di là di una vuota retorica, non può che voler dire individuare nella formazione e nell'istruzione una priorità politica strategica, per innescare un processo virtuoso che, garantendo l'effettività del diritto allo studio e la piena fruizione dei processi educativi, restituisca all'intera filiera della conoscenza la sua primaria funzione di contrastare le disuguaglianze di partenza e offrire pari opportunità, in una prospettiva di lotta alla povertà e di pieno riconoscimento a tutte le bambine e i bambini dei diritti sanciti dalla Convenzione”.

Flc Cgil e Proteo Fare Sapere, termina il comunicato, “ribadiscono, per quanto attiene alle rispettive competenze, il proprio impegno presente e futuro per la realizzazione di un sistema di formazione e istruzione inclusivo, di qualità, accessibile a tutti, a partire dai nidi e dalla scuola dell'infanzia per tutto l'arco della vita”.

Cgil, Cisl e Uil: diritti dell'infanzia, il bilancio è negativo

“Oggi, 20 novembre, si celebra il trentennale della Convenzione Onu dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989. Dopo tutti questi anni, però, il bilancio è ancora negativo, i diritti sanciti dalla convenzione non sono pienamente esigibili, al contrario, le condizioni delle nostre bambine e bambini peggiorano: aumenta la povertà dei minori, i servizi sociali non sono messi nella condizione di rispondere pienamente ai loro bisogni, scarseggiano i percorsi educativi di qualità, le politiche di sostegno alla genitorialità sono insufficienti e l'ambiente e gli spazi in cui viviamo non sono a misura di bambino". Così le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil in un comunicato unitario.

“Il miglior modo per celebrare la Convenzione è un forte impegno per la sua piena applicazione, da parte di tutti gli attori responsabili, a partire dal governo sino a tutta la società civile. Per tali motivi, abbiamo aderito all’Alleanza per l’infanzia e riteniamo necessario ridurre le disuguaglianze e la povertà educativa minorile attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni per l’infanzia e l’adolescenza, diffondere e qualificare percorsi educativi e servizi 0/6 anni per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, garantire il sostegno alla genitorialità partendo dal recepimento e dall'attuazione della Direttiva Work life balance. Vogliamo offrire un contributo al cambiamento di paradigma culturale necessario a porre le bambine e i bambini al centro di politiche mirate e integrate volte a promuovere il loro pieno sviluppo”, conclude la nota unitaria delle tre confederazioni.