È stata grande la partecipazione alla mobilitazione indetta dalla Cgil di Torino, come in tutta Italia, contro il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro nel giorno dell'approvazione alla Camera. La mobilitazione ha interessato tutto il territorio della provincia di Torino, con scioperi e presìdi a Torino, Ivrea, Pinerolo, Chivasso, Moncalieri, Settimo-Ciriè. In molte aziende gli scioperi sono stati indetti unitariamente dalle Rsu.

Alta l'adesione, in particolare nel settore chimico, ed è da sottolineare la partecipazione allo sciopero anche dei lavoratori con contratto a termine e in somministrazione. Qualche dato: Caffarel 60%, Lavazza 50%, Ikea 70%, Michelin 90%, Pirelli 95%, Oréal 80%, Azimut 40%, Giorgio Armani Operation 50%, Oerlikon Graziano Cascine vica  80%, Bottero Trana  80%, Sirena Rosta 70%, A. Agrati 80%, Skf Villar Perosa 70%, Microtecnica via Madama Cristina, aziende informatiche 80%, Avio Rivalta 80%, Embraco 70%, Fed Mogul 80%, Comital 90%, Idrosapiens 75%. A Mirafiori presidio alla Porta 20 di corso Settembrini con circa 150 lavoratori, a Collegno presidio alla rotonda di Corso Allamano con circa 150 lavoratori, a Settimo corteo di oltre 400 lavoratori con blocco dello svincolo dell’autostrada Torino-Milano, a Ivrea oltre 300 lavoratori hanno partecipato al corteo e al presidio davanti alla Vodafone, con un'alta percentuale di adesione allo sciopero delle aziende dell'eporediese: Fed mogul 80%, Fucine Rostagno 90%, Berco 75%, Hot Roll 80%, Acc. Ex Advalso 70%, Olivetti oltre 50%, Omp Busano 70%, Sata Valperga 70%, Dayco 50%. Al presidio di Torino, davanti alla sede della Rai, hanno partecipato un migliaio di lavoratori e lavoratrici.

La segretaria generale della Camera del lavoro di Torino, Donata Canta, nel suo intervento, ha sottolineato l'iniquità e l'inadeguatezza del ddl in approvazione, perchè “non si occupa di creare lavoro, neppure di mettere un freno alla precarietà, anzi non cancella nessuna forma di lavoro precario, proprio mentre l’Istat svela l’impennata dei lavori a tempo e chiarisce che la precarietà non interessa solo i giovani, ma ha un vero e proprio boom tra gli adulti”.

Ricordiamo i dati drammatici della crisi: in provincia di Torino
gli avviamenti sono circa il 90% temporanei, i licenziati in lista di mobilità salgono a 24.718, mentre le stesse associazioni datoriali preannunciano un ulteriore ricorso alla cig e un sostanziale stallo degli investimenti. Nel 2011 in provincia di Torino sono 126mila le persone disoccupate, di queste 64mila sono donne; in Piemonte (sempre nel 2011), per circa 80mila persone il contratto è durato solo un giorno. Canta ha ribadito che “il ddl è un danno per tutti che si somma a quello delle pensioni e degli esodati, altro che risposta ai giovani. Queste norme dovranno essere cambiate: per questo continuiamo a manifestare la nostra contrarietà e consideriamo miope e sbagliato il ricorso alla fiducia”.