“La decisione europea di varare un piano per lo sviluppo e per l'occupazione, con uno stanziamento di 120 miliardi di euro, è un buon inizio”. Su L’Unità, Cesare Damiano e Teresa Bellanova, deputati del Pd esprimono la propria soddisfazione per i risultati di Bruxelles ma chiedono a Monti di rispettare i patti. “L'obiettivo di avere la riforma del mercato del lavoro approvata prima del Consiglio europeo, come ci ha chiesto il premier per dare autorevolezza al ruolo dell'Italia, è andato in porto, nonostante le nostre riserve e le nostre critiche su una parte dei contenuti. Non a caso chiediamo importanti correzioni”.

“Abbiamo formulato a Monti precise richieste – ricordano Damiano e Bellanova – sugli argomenti di carattere sociale. In particolare, ci siamo soffermati sul tema delle pensioni e degli ammortizzatori sociali, mentre il centrodestra ha sollevato quello delle flessibilità in entrata”. Il governo si è dichiarato disponibile “ad affrontare tempestivamente tre temi: quello dei cosiddetti esodati degli ammortizzatori sociali e delle flessibilità in entrata. Sui primi due temi il Pd ha avanzato le sue proposte di merito. Sulla previdenza abbiamo un indiscutibile vantaggio costituito dal fatto che esiste, alla Commissione Lavoro della Camera, un testo di legge unificato, condiviso da tutti i partiti di maggioranza e opposizione. Da questa piattaforma, che stiamo completando con una proposta di copertura finanziaria, vogliamo partire subito per confrontarci con il ministro del Lavoro”. “Il secondo tema – scrivono Damiano e Bellanova – è quello degli ammortizzatori sociali (…) chiediamo al governo di spostare avanti di un anno l'ingresso nella nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego, soprattutto per mantenere la vecchia e più efficace indennità di mobilità anche per il prossimo anno”. Per i giovani “Vorremmo una mini Aspi rafforzata e di maggiore qualità; un più facile accesso al bonus precari; una revisione della contribuzione figurativa del lavoro stagionale; il non innalzamento al 33% del contributo previdenziale delle partite Iva autentiche, per non far pagare a questa parte del lavoro autonomo, in molti casi giovane, il costo della riforma”.

“Sappiamo – concludono i due deputati Pd – che per ottenere dei risultati dovremo trovare un accordo con gli altri partiti che sostengono il governo, anche sul tema della flessibilità in entrata, pur essendo noi dell'opinione che il compromesso raggiunto al Senato su questo tema sia più che soddisfacente. Cercheremo una sintesi positiva, come abbiamo sempre fatto nel passato. Il governo deve sapere che, riformato il mercato del lavoro, si tratta ora di onorare l'impegno politico sottoscritto dal presidente del Consiglio su questi temi sociali. Il paese ci sta aspettando tutti alla prova dei fatti. Tempestivamente”.