Una regione ritenuta marginale, ma che potrebbe avere occasioni di rilancio. Una terra di forti contraddizioni, con migliaia di emigranti e un patrimonio culturale e naturalistico ricco ma quasi sconosciuto.Un territorio che ha perso buona parte del suo tessuto produttivo anche se possiede università importanti che potrebbero essere la leva di un nuovo sviluppo. La Cgil ha deciso di puntare i riflettori sulla Calabria per rilanciare il tema del Mezzogiorno, tanto che il segretario generale Susanna Camusso passerà due giorni lì, il 23 e il 24 gennaio, protagonista di diverse iniziative. “Il lavoro la cultura e la legalità saranno al centro”, ha spiegato Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria, ai microfoni di RadioArticolo1.  

“Il tema del Sud riparte dalla Calabria - ha continuato Sposato -, un tema che abbiamo ripreso anche nell'ultimo comitato direttivo nazionale. Cercheremo di avanzare delle proposte per tentare di risalire la china. La Calabria è un ottimo punto di partenza per questa discussione, perché ha mille risorse che molto spesso non vengono utilizzate al meglio. Quindi vogliamo mettere in campo una serie di proposte concrete, mentre la protesta l'abbiamo già messa in atto il 16 novembre scorso con 6000 persone in piazza. Riprenderemo i temi affrontati alle giornate del lavoro di Lecce, cercando di attualizzarli e contestualizzarli.”

Tra le proposte della Cgil ci sono soprattutto il Piano per il lavoro e la zona economica speciale. Due progetti, spiega il segretario calabrese, che verranno proposti in settimana anche alla giunta regionale. “Iniziamo finalmente a discutere di investimenti col governo, sperando anche che in quest’ultimo scorcio di legislatura l'esecutivo nazionale punti su un piano di investimenti, a partire dal porto di Gioia Tauro. La zona economica speciale di Gioia Tauro prevede infatti anche il porto di Corigliano e  quello di Crotone, dove si possono insediare nuove attività produttive e quindi dare valore al sistema dell'impresa calabrese. Si possono utilizzare anche le partecipate nazionali, e poi dobbiamo valorizzare le nostre filiere agroalimentari e quelle archeologiche e culturali. Per la Calabria abbiamo proposto di creare un grande piano di messa in sicurezza e di prevenzione dell'assetto idrogeologico  che possa creare lavoro. Infine dobbiamo aprire finalmente un tavolo per la stabilizzazione del precariato. Le risorse ci sono, vanno messe a sistema”.

Tutto ciò potrebbe fermare l’emorragia di giovani di cui soffre la regione. “Noi perdiamo 10000 abitanti all'anno - ha concluso Sposato - e 5000 sono ragazzi. Il rischio è che fra 50 anni saremo mezzo milione di abitanti in meno. Abbiamo una dispersione scolastica molto elevata anche nella scuola dell'obbligo e il primato negativo di giovani tra i 18 e 24 anni che non studiano e non lavorano. È chiaro che il ruolo della formazione e dell'università diventa centrale. Ma diventa anche importante creare le condizioni perché si formi una connessione tra le università e il sistema imprenditoriale calabrese. Bisogna fare in modo che le università diano un'opportunità, serve una legge sul diritto allo studio regionale, per evitare la dispersione scolastica e le infiltrazioni  criminali.”