"Ci troviamo di fronte a due crisi finanziarie: quella della finanza globale e quella delle risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo in Italia. Ma non hanno nessuna attinenza, perche' abbiamo molti paesi europei che per lungimiranza e responsabilita' hanno rispettato i loro impegni internazionali". A dirlo è il presidente dell’Associazione delle ong italiane Sergio Marelli, commentando il dimezzamento rispetto al 2008 dei fondi previsti in Finanziaria nel corso del dibattito sulle sorti della cooperazione organizzato dal settimanale della Cgil Rassegna Sindacale, insieme con la ong della Cgil Progetto Sviluppo. Su 60 milioni di euro dedicati ai progetti delle ong per continuare le iniziative gia' avviate, il governo destinati a nuovi progetti circa 9 milioni di euro, una cifra che, secondo Marelli, "fa sparire il contributo dello Stato alla cooperazione e che vanifica ogni discussione circa la qualita' degli aiuti".

Il segretario generale di Intersos Nino Sergi ha messo in evidenza le contraddizioni che oggi segnano la cooperazione italiana rispetto ai contesti di guerra e di conflitto armato. "L'articolo 33 del disegno di legge 14.41 bis, collegato alla Finanziaria, semplifica le procedure per gli interventi di cooperazione di pacificazione collegati alle missioni militari di pace, stiamo parlando quindi di poche risorse destinate ai paesi in cui l'Italia si trova a inviare militari: Afghanistan, Iraq, Libano, Congo e Sudan", spiega Sergi: “Riconoscendo le reali necessita' umanitarie di quei contesti, le ong devono mantenere la propria autonomia decisionale e di movimento rispetto alle autorita' militari per aiutare le popolazioni civili, evitando che lo spazio umanitario in cui operano le ong venga occupato e confuso dalla cooperazione militare, facendo diventare target delle parti in conflitto gli stessi cooperanti".