"Il varo del nuovo codice degli appalti rappresenta un fatto di enorme importanza e valore”, questo il commento del segretario confederale Cgil Franco Martini sul via libera del Consiglio dei ministri di oggi (giovedì 3 febbraio) al nuovo codice degli appalti. Martini, però, precisa che “i prossimi 45 giorni che ci separano dall'approvazione definitiva, entro il 18 aprile, devono essere utilizzati bene nei vari passaggi istituzionali previsti in Parlamento. Il governo non ripeta l'errore commesso in altre occasioni: si dia spazio e ascolto ai temi del lavoro e dei diritti".

Il testo, sostiene Martini, non deve “contraddire la legge delega sulle clausole sociali che garantiscono la continuità occupazionale nei cambi di appalto né l'applicazione dei contratti di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, questioni di cui non abbiamo ancora piena certezza". Allo stesso modo è necessario “garantire la tutela dei lavoratori in subappalto, in quanto una norma di flessibilità che limita il ricorso a questo strumento non può trasformarsi in una deroga totale al suo utilizzo. Anche per quanto riguarda quest'ultimo punto, non vi è ancora alcuna certezza sulla stesura definitiva e sulla coerenza con quanto previsto nella legge delega".

Se tutto ciò non avverrà, dichiara Martini, la stessa rivendicazione “fatta dal governo dopo il Consiglio dei ministri e l'approvazione del nuovo testo sulla semplificazione delle norme, la qualità, la trasparenza, la lotta alla corruzione e all’infiltrazione malavitosa e mafiosa, il ruolo centrale dell'Anac, verrebbero clamorosamente contraddetti". Il segretario confederale precisa che la Cgil esprimerà "un giudizio più preciso quando saremo in presenza del testo definitivo e disponibile" e sottolinea che "saremo particolarmente attenti ai temi delle concessioni incorporati nel nuovo codice, soprattutto per la salvaguardia del patrimonio industriale e occupazionale, e verificheremo l'impatto delle nuove norme in materia di investimenti infrastrutturali e superamento della Legge Obiettivo". Infine, a proposito degli aspetti di ricaduta sul lavoro e sui diritti, bisogna “evitare di creare incertezze, se non veri e propri colpi di mano come purtroppo sta già avvenendo con le gare al massimo ribasso nel settore dei call center, che stanno producendo migliaia di licenziamenti per responsabilità di aziende pubbliche come Poste ed Enel che non rispettano le leggi della Repubblica".