L’11 agosto, lo stesso giorno in cui la città di Firenze festeggia l’insurrezione contro gli occupanti nazifascisti, al cimitero di Trespiano è in programma la celebrazione caduti della Repubblica Sociale Italiana. “Il rispetto ai singoli caduti resta un atto dovuto, ma celebrare pubblicamente quei soldati perché facenti parte della Rsi è tutt’altra cosa”, scrive la Cgil di Firenze in una lettera alle autorità.

“È indubbio – afferma la Camera del lavoro fiorentina – che un gesto simile, che oramai si sta ripetendo da qualche anno, abbia una valenza simbolica pesante: equiparare il valore dei morti in quel contesto, da qualsiasi parte essi combattessero, minimizzando e anzi trascurando le ragioni di quel conflitto e i valori che le forze in campo cercavano di difendere. Il rispetto ai singoli caduti resta un atto dovuto, ma celebrare pubblicamente quei soldati perché facenti parte della Rsi è tutt’altra cosa. Non caso la nostra Costituzione fa dell'antifascismo un collante ineludibile della Repubblica”.

Come Cgil “pensiamo non si debba abbassare la guardia rispetto alla promozione della memoria, alla tutela dell'insieme dei valori costituzionali, allo sviluppo di una vera cultura antifascista: l'allontanamento temporale dai fatti della guerra, la perdita di testimonianze dirette di quei crimini, la crisi sociale, il ‘qualunquismo’, rischiano di essere condizioni favorevoli per la ripresa di ‘nuovi fascismi’. Alcuni gravi episodi di questi giorni, come l'oltraggio al monumento ai deportati di Empoli, lo stanno a dimostrare: ridurre questi episodi a semplici atti di vandalismo significa non vedere cosa sta accadendo e come la nostra identità culturale e storica sta cambiando”.

Così conclude la missiva: “Invitiamo tutte le forze democratiche e antifasciste, tutte le istituzioni a promuovere in maniera diffusa attività rivolte allo sviluppo di una vera cultura di cittadinanza, legate ai valori costituzionali di cui l'antifascismo è sicuramente uno dei più forti”.