I 73 esuberi sembra proprio che verranno confermati, al massimo ci si aspetta una piccola riduzione. Ma sulle modalità, come ad esempio la concessione di incentivi all’esodo volontario, gli spazi per una trattativa ci sono. La crisi della Cartiere Paolo Pigna di Alzano Lombardo (Bergamo) è ormai conclamata, e metà del personale perderà il posto di lavoro. Nella sede territoriale di Confindustria si tiene oggi (mercoledì 14 dicembre) un nuovo vertice tra azienda e sindacati: Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil si attendono, dopo il primo incontro interlocutorio di mercoledì 7 scorso, novità importanti dalla società, che possano attutire il colpo di tagli al personale così pesanti.

I sindacati si stanno muovendo anche sul piano istituzionale. Lunedì 12 dicembre hanno incontrato rappresentanti di Provincia e Regione, allo scopo di individuare quelle “politiche attive” che possano portare, in tempi relativamente brevi, alla ricollocazione dei lavoratori licenziati. Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil, insomma, stanno facendo di tutto per gestire al meglio l’apertura della mobilità del 28 novembre scorso, che ora s’intreccia con la cassa integrazione straordinaria cui è ora sottoposto l’intero personale, che si chiuderà il 9 marzo prossimo. I sindacati, inoltre, segnalano anche che circa una quindicina di dipendenti (la cui età media è abbastanza alta) szarebbero in possesso dei requisiti per accedere al prepensionamento.

Una crisi che, ovviamente, viene da lontano. Dal gennaio 2016 la storica cartiera era in concordato preventivo (il 12 gennaio 2017 si terrà l’assemblea dei creditori), mentre il 3 novembre scorso il Tribunale di Bergamo ha respinto l'ipotesi del fallimento avanzata in luglio dai commissari, decretando invece la continuazione dell’attività. Da qui la formulazione del nuovo piano industriale, presentato al Tribunale lo scorso 20 ottobre da un team formato da Cartiere Pigna, De Agostini (che ha rilevato 10,2 milioni di crediti vantati dalle banche nei confronti della società) e Fondo Idea Capital.