Rispetto a un anno fa la benzina costa circa 35 centesimi in più al litro, di cui 21 vanno allo Stato sotto forma di accise, mentre 14 alle compagnie petrolifere. E per le tasche degli automobilisti e dei cittadini questo si traduce in una spesa di 768 euro in più in un anno, pari a 49 giorni di spesa alimentare di una famiglia media. Il calcolo lo ha fatto l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha stimato le ricadute sulla spesa in +420 euro annui per i pieni di carburante e in +348 euro annui come aumenti indiretti, dovuti soprattutto al maggiore costo per il trasporto merci.

“Il dato relativo alle ricadute indirette – precisa Federconsumatori - è particolarmente allarmante, in quanto dimostra quanto incidono i prezzi dei carburanti sul tasso di inflazione. Secondo le nostre stime, di questo passo, a fine anno vi sarà un'ulteriore spinta al rialzo del +1,1% sul tasso di inflazione”.

Per porre fine a questo “salasso” l'associazione di consumatori chiede: controlli e provvedimenti contro le speculazioni; una decisa modernizzazione dell'intera filiera; l'eliminazione di ogni ostacolo alla completa liberalizzazione del settore; una diminuzione delle accise, come fatto in Francia, di almeno 6 centesimi al litro, che permetterebbe un risparmio di 131 Euro annui per costi diretti ed indiretti. Contestualmente, chiede l'avvio di un controllo dei flussi finanziari, affinché “le risorse elargite dalle istituzioni pubbliche per sostenere la fuoriuscita dalla crisi non vengano impiegate per speculazioni finanziarie sulle materie prime”.