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“Anche i fatti di oggi, che riguardano la Toscana, dimostrano che la piaga del lavoro nero e del caporalato non ha confini geografici: è necessario che Parlamento, Governo e istituzioni agiscano con decisione, passando dall’indignazione ai fatti”. Lo dichiara Ivana Galli, segretario generale Flai.
“Siamo ormai alle porte della nuova stagione di raccolta, ed è ancora vivo il ricordo della drammatica estate 2015, segnata dalle morti sui campi. Chiedevamo di fare presto, e qualcosa si è mosso con l’istituzione della Rete per il lavoro agricolo di qualità e il Ddl 2217 governativo. Ma permangono criticità e ritardi, il Ddl 2217, al momento, non è stato ancora calendarizzato in aula, e comunque crediamo che il testo definitivo debba prevedere, quale requisito per le aziende che s'iscrivono alla Rete, lo stare in regola con l’applicazione del ccnl e dei Cpl. Ad oggi, la stessa Rete non ha un numero di aderenti significativo. L’agricoltura, settore vitale per l’economia del Paese, non può essere nel contempo il luogo del più crudo sfruttamento delle braccia”, conclude la dirigente sindacale.