L’adesione è stata pressoché totale, oggi (22/3) , allo sciopero che ha coinvolto i lavoratori di Capgemini attivi nell’appalto per i servizi informatici alla Schneider Electric di Stezzano, di Cairo Montenotte (Sv), di Torino e di Casavatore (Na). Alla fine di questo mese il loro appalto scadrà e poco si sa delle loro prospettive occupazionali. L’astensione dal lavoro è stata accompagnata anche da un presidio davanti all’ingresso della Schneider,tenutosi dalle ore 9.00 alle 11.00. Lo rende noto, in una nota, la Cgil di Bergamo.

“Hanno incrociato le braccia anche i lavoratori impegnati nelle sedi esterne in giro per l’Italia – ha spiegato Fabio Mangiafico della Fiom Cgil di Bergamo –. Da parte di Capgemini non abbiamo alcun segnale di apertura, ma ci risulta che Schneider Electric, cioè l’azienda appaltante, si stia muovendo nei confronti del futuro appaltatore Fujitsu, anche su nostra ripetuta sollecitazione, per tentare di garantire un futuro ai lavoratori che fino a oggi hanno lavorato per lei. Tra l’altro ci viene riferito che Fujitsu stia cercando all'esterno personale da assumere per coprire alcune attività attualmente svolte dai dipendenti che rischiano il licenziamento”.

Una prima mobilitazione si era tenuta l’8 marzo scorso, poi i lavoratori avevano incrociato le braccia anche lunedì 14 marzo per 4 ore  e giovedì 17 per 3 ore. “La direzione aziendale di Capgemini, società multinazionale fondata a Grenoble e attiva nei settori della consulenza aziendale, dell'outsourcing e della fornitura di servizi professionali, non sembra per nulla disponibile a garantire l’occupazione e una continuità di reddito ai dipendenti attualmente impegnati nell’appalto Schneider / settore ‘infra’, perduto a favore di Fujitsu e Ibm”, ha spiegato nei giorni scorsi Fabio Mangiafico della Fiom Cgil di Bergamo. “Eppure Capgemini è un’azienda che occupa in Italia 3mila persone. Possibile che 22 lavoratori in esubero non siano ricollocabili? Nei molti incontri che si sono svolti a partire da dicembre abbiamo proposto un piano di ricollocazione basato sull'utilizzo del Contratto di solidarietà per 12 mesi prorogabili a 24, durante i quali i dipendenti avrebbero dovuto essere ricollocati o presso i nuovi conduttori dell'appalto (Fujitsu) o presso altre sedi della stessa Capgemini, o presso terzi”.