E' stata una notte molto dura quella trascorsa da Franco Bardi, segretario della Fiom-Cgil del Sulcis, e Rino Barca, della Fim Cisl. Ieri i due sindacalisti sono saliti a 70 metri d'altezza sullo stesso silos che fino a qualche giorno fa aveva ospitato altri tre operai dell'Alcoa di Portovesme. “C'è stato molto vento e ora piove, non abbiamo dormito nulla cercando di scaldarci a vicenda - dice Rino Barca della Fim Cisl - noi però vogliamo andare avanti, qui è necessario che si intervenga in tempi rapidi”.

Le ragioni della protesta sono sempre le stesse: la multinazionale americana infatti, nonostante le promesse fatte nel tavolo al ministero dello Sviluppo Economico, sta proseguendo le operazioni di spegnimento degli impianti. "Oggi l'azienda ci ha comunicato la fermata totale dello stabilimento – spiegavano ieri sera i due sindacalisti saliti sul silos - rimettendo in discussione gli accordi sottoscritti: il processo di spegnimento continua e rimarranno attive solo 21 celle su 290, questa è la morte della fabbrica".

Ieri notte il sindacalista della Fiom ha ricevuto la telefonata della segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. “Le ho spiegato che il nostro non è un gesto da irresponsabili - spiega Bardi - ma un atto necessario per una vertenza sempre più aspra. Noi siamo in prima fila con i lavoratori e abbiamo ritenuto che fosse necessario farlo in prima persona salendo fin quassù”. E da Camusso è arrivato pieno appoggio alla protesta dei sindacalisti del Sulcis: “Siamo tutti con loro”, è il messaggio mandato dal segretario Cgil. “Non si può che ringraziarli – ha aggiunto Camusso - per la generosità del loro gesto per tenere accesi i riflettori su una vertenza che e' molto importante trovi una soluzione positiva”. Ma a questo punto, secondo il segretario della Cgil, “il Governo deve intervenire molto rapidamente”, sia per “impedire il fermo dell'attività produttiva”, sia “per assumersi la responsabilità di dare continuità produttiva alla'Alcoa”.

Oggi poi è arrivata la reazione delle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, che ritengono gravissima la decisione dell’Alcoa di accelerare la chiusura dello smelter di Portovesme, "in totale dispregio di quanto essa stessa aveva definito lunedì scorso con il ministero dello Sviluppo economico, la Regione Sardegna e la Provincia di Carbonia Iglesias e degli impegni presi anche con i lavoratori”. “A questo punto – proseguono i sindacati dei metalmeccanici – la vertenza va assunta direttamente dal governo. Pertanto, riteniamo indispensabile che il Presidente del Consiglio in prima persona convochi con urgenza le parti, in stretto coordinamento con il ministero dello Sviluppo economico, per creare le condizioni utili ad una positiva conclusione della vertenza".

Da parte sua, anche il Governo “richiama con fermezza Alcoa al rispetto puntuale degli impegni assunti formalmente, durante la riunione che di lunedì al Mise, dai responsabili internazionali del Gruppo. L'esecutivo esige pertanto che lo spegnimento dello smelter avvenga secondo le modalità e con la gradualità stabilite'. Lo si legge in una nota del ministero. L'azienda però nega di aver violato gli accordi e risponde al governo con una nota in cui afferma di aver presentato “un piano di spegnimento degli impianti più graduale come definito con il Ministero dello sviluppo economico, la Regione e i sindacati lunedì 10 settembre'.

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