"Oggi, 20 luglio, i lavoratori della Cav scarl (azienda che gestisce la manutenzione dei bacini, le costruzioni e le manutenzioni navali, oltrechè i lavori propedeutici al Mose), sono in stato di agitazione e presidio sotto la sede del Consorzio Venezia nuova. Questo perché, a seguito delle note vicende giudiziarie, gli stessi lavoratori, che poi sono gli unici veramente incolpevoli di quanto sta accadendo, vedono il loro posto di lavoro in pericolo". Così, in un comunicato unitario, Fiom, Fim e Uilm di Venezia.

"La Cav scarl, società composta da Mantovani, Grandi lavori Fincosit e Condotte, ci ha comunicato la chiusura delle attività dal prossimo 31 dicembre: questo comporterebbe, oltre al dramma per 30 dipendenti e per le loro famiglie, anche la rinuncia delle professionalità dei lavoratori in prospettiva della manutenzione del Mose, e la perdita di un'attività indispensabile per la città, e cioè la riparazione e manutenzione navale, cosa ancora più necessaria, vista la totale mancanza di strutture atte anche a interventi straordinari di manutenzione navale, impensabile per un porto come Venezia", prosegue la nota sindacale.

Fiom, Fim e Uilm ritengono "indispensabile l’apertura di un tavolo di contrattazione in sede prefettizia, che veda la partecipazione, oltrechè della direzione della Cav, anche del commissario straordinario, per dare risposte occupazionali e strategiche per i lavoratori e per la città stessa. Inoltre, ricordiamo che l’area storica dei bacini in cui opera la Cav è di proprietà comunale, e che se questa realtà cessasse, scomparirebbe anche l’ultima realtà industriale dl centro storico veneziano", aggiungono le sigle dei metalmeccanici.

"L'Arsenale non può essere solo archeologia industriale, vogliamo che torni a lavorare, visto che sarebbe una scelta strategica importante per la città. A seguito dell'iniziativa, una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dal commissario, che ha dato la sua piena disponibilità ad essere parte attiva del tavolo di contrattazione da noi richiesto", concludono i sindacati delle tute blu.