Una manovra che non rompe con l’austerity. Che è espansiva solo per alcuni, mediamente non per tutta quella parte fondamentale per la crescita del paese che si chiama mondo del lavoro”. Così stamani (venerdì 16 ottobre) il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, intervistata nella trasmissione Radio Anch’io su Radio1, commentando la Legge di stabilità approvata giovedì 15 dal Consiglio dei ministri. “Mi pare evidente - aggiunge - che ci sia una scelta che affida nuovamente al sistema delle imprese l’idea dello sviluppo e della crescita”.

Susanna Camusso sottolinea l’esiguità delle risorse messe a disposizione per il pubblico impiego: “I soldi per i contratti pubblici sono 200 milioni, neanche 300: il valore del lavoro pubblico per questo governo equivale a cinque euro al mese”. Sulla mancanza di misure per la flessibilità delle pensioni, il segretario generale Cgil si dice “molto molto arrabbiata: non rinunciamo a quell'obiettivo. È appena cominciata la discussione e non la consideriamo la soluzione finale. Non si può pensare che questo tema venga rinviato, o messo fuori dalla manovra”. In conclusione, la sanità. “Sappiamo tutti che sulla sanità il governo sta raccontando una bugia” illustra Camusso: “Per il fondo sanitario, il previsto aumento di quasi tre miliardi viene ridotto a un miliardo, questo vuol dire che abbiamo un’immediata restrizione dei fondi sanitari esistenti”.