“Oggi, in Europa, il problema è nei pareggi di bilancio e nel debito pubblico, ma ci siamo dimenticati di quello che combina il sistema finanziario privato. Il 99% del denaro che circola nei mercati finanziari del mondo non serve ad alimentare alcuna esportazione o importazione di beni, ma serve solo a far girare altri soldi. È denaro che insegue denaro”. Lo ha detto Andrea Baranes, di Sbilanciamoci, nel corso del convegno sul capitalismo finanziario organizzato in Cgil. “E’ un sistema orrendamente inefficiente e inefficace. Non a caso è stato coniato il termine Credit crunch: non c’è accesso al credito né per le imprese, né per le famiglie”, spiega Baranes.

“Abbiamo una gigantesca montagna di denaro alla disperata ricerca di profitto, e dall’altra parte una montagna di bisogni insoddisfatti: questo vuol dire che domanda e offerta non si incontrano, che quindi in realtà non c’è nessun mercato; questo è il sistema speculativo finanziario odierno”. Un sistema, ricorda Baranes, che “impatta” direttamente sulle nostre vite: nel 2008, a causa della crisi finanziaria che spinse la speculazione a trasferire intere linee di investimento, raddoppiò il prezzo di grano e mais. L’Onu stimò cento milioni di esseri umani denutriti a causa della speculazione.

“L’unica risposta alla crisi è stata l’austerità e pompare liquidità in quello stesso sistema finanziario che ha creato la crisi – prosegue Baranes -. La finanza è ripartita come se nulla fosse successo. Mentre l’economia è rimasta al palo. Ad esempio ora la Bce riparte a pieno ritmo con le cartolarizzazioni. Si pompa liquidità il più possibile nel sistema finanziario privato, e poi si fanno le pulci ai debiti pubblici. La Bce conduce gli stress test sul sistema bancario senza considerare l’ipotesi della bolla speculativa, o della deflazione: eppure già sette paesi europei sono già in deflazione”.

Quello che “fa arrabbiare – prosegue l’economista – è che sappiamo esattamente cosa andrebbe fatto: ad esempio una tassa sulle transazioni finanziarie, oppure la separazione tra banche di risparmio e investimento. Invece, in Italia, si applica la filosofia di fondo che lo Stato debba solo mettere il privato nelle migliori condizioni per operare. Ma la ripresa chi la traina? Solo gli investimenti esteri, così da aprire la svendita dell’Italia ai capitali esteri, come se solo loro ci dovessero salvare”.

Ma “bisogna ribaltare l’orizzonte culturale – ha concluso Baranes -: la finanza deve tornare ad essere una parte della soluzione, non una parte del problema”.