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Consumi ancora a picco in Italia. L'Indicatore di Confcommercio (ICC) ha registrato a settembre una diminuzione del 4,2% rispetto a settembre 2011 ed una flessione dello 0,8% rispetto ad agosto. Lo fa sapere la stessa organizzazione dei commercianti, sottolineando che si tratta di un record: "Entrambe le variazioni risultano tra le peggiori da quando viene calcolato l'ICC".
Si tratta di un dato allarmante, soprattutto perché ci si trova davanti a una riduzione che arriva dopo un periodo sostanzialmente stabile. La decisa riduzione rilevata in termini congiunturali - si legge ancora nella nota di Confcommercio – segue infatti un bimestre di sostanziale stazionarietà dei consumi, segnalando come il tentativo delle famiglie di non comprimere il consumo oltre una certa soglia si stia rivelando particolarmente arduo.
La progressiva contrazione del reddito disponibile, legata al permanere di una situazione economica negativa, appesantita dai continui inasprimenti fiscali, ha presumibilmente riportato le famiglie, dopo il periodo estivo, ad adottare modelli di spesa estremamente prudenti.
Le incertezze sull'impatto dei provvedimenti della Legge di Stabilità non aiutano poi la pianificazione degli acquisti. Nel complesso del periodo gennaio-settembre 2012 l'Indicatore dei consumi segnala una riduzione del 2,7% rispetto ai primi nove mesi del 2011.
Queste valutazioni confermano che il 2012 risulterà caratterizzato da una eccezionale caduta dei consumi reali. La ripresa autunnale ha posto in luce come la crisi sia ancora ben presente all'interno del sistema, determinando il permanere del sentiment di famiglie ed imprese sui livelli minimi raggiunti nei mesi precedenti ed inferiori a quelli toccati nel 2009.
Non è quindi un caso se, stando alle prime stime di Confindustria, ad ottobre la produzione industriale ha registrato una diminuzione dello 0,6% in termini congiunturali. E ridimensionati sono risultati, nello stesso mese, anche gli ordinativi (-0,5%).