“Insieme a Cisl e Uil, denunciamo l’atteggiamento della multinazionale Thyssen e della signora Morselli che sta scaricando le contraddizioni dell’azienda all’interno del sistema dell’indotto. E’ in corso un tentativo di ridurre i costi degli appalti per le aziende dell'indotto, che a loro volta scaricano i problemi sui lavoratori”. Lo ha detto Mario Bravi, segretario generale della Cgil Umbria, ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1, denunciando come le tensioni che la politica di ThyssenKrupp su Ast Terni sta generando dopo l’accordo del 3 dicembre.

Più di 1300 lavoratori dell’indotto Ast , infatti, sono a rischio, nonostante il grande risultato dell’accordo di dicembre, nel quel erano coinvolti anche loro. “Circa 100 dipendenti sono già usciti dall’attività produttiva. Ma oltre a questo abbiamo visto nell’azienda un atteggiamento volto a ridurre gli spazi dell’accordo”, ha continuato Bravi.

“E’ l’ennesima dimostrazione – ha affermato il segretario umbro – del fatto che gli accordi vanno gestiti. I volumi produttivi, infatti, non sono quelli previsti nel testo, quindi ieri abbiamo chiesto alla Regione, al Comune di Terni e agli industriali un immediato incontro per limitare i danni di questo atteggiamento inaccettabile. Abbiamo già raggiunto un primo risultato, ottenendo la riapertura del tavolo: il 5 marzo incontreremo la Regione. Inoltre si è costituito un coordinamento di lavoratori, per mettere in evidenza la necessità di bloccare la deriva del massimo ribasso che è in corso”.