“Negli ultimi anni, io ho avuto vari contratti. Alcuni contratti fantasma, cioè che non esistevano, contratti a partecipazione, cioè a consegna. Sempre senza malattia, senza ferie, senza diritti. Fino ad oggi che, anche grazie al sindacato, riusciamo a racimolare uno stipendio degno di questo nome. Eppure il nostro contratto ci copre solo per 6 ore, la metà di quello che effettivamente lavoriamo. Con trasferte, tredicesima spalmata e buoni pasto riusciamo a oggi a raggiungere uno stipendio decente”. E' la testimonianza di Antonio Morrone, corriere, lavoratore in appalto in Umbria, nel giorno della giornata straordinaria di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sugli appalti, promossa dalla Cgil.

“Noi siamo precari a tempo indeterminato- continua Morrone - in tre anni abbiamo cambiato 4 diversi appalti, con tutti gli interrogativi e i patemi d'animo connessi. Come corrieri, tra l'altro, noi non abbiamo un contratto di categoria, ma siamo assunti come autisti anche se facciamo un mestiere diverso. La legge proposta dalla Cgil potrebbe aiutarci molto così come la contrattazione nazionale”.