Sono 34 i morti sul lavoro dall'inizio dell'anno in Veneto, senza considerare le morti in tinere. Un numero impressionante, che continua a crescere. L'ultima vittima è di venerdì 25 maggio, un operaio di appena 36 anni morto asfissiato in una ditta che si occupa di prodotti farmaceutici a Lonigo, in provincia di Vicenza. 

La regione del Nord-Est continua a guidare la triste classifica italiana delle vittime. Un primato che il mondo del lavoro veneto vuole al più presto scrollarsi di dosso, come ha dimostrato la grande manifestazione di sabato 26 maggio Padova, con 7 mila lavoratori accorsi da tutta la regione (oltre 40 i pullman organizzati da Cgil, Cisl e Uil) in piazza per la sicurezza.

"Il Veneto non può vantare primati sull’export e sull’andamento produttivo e poi essere la regione dove più che in tutte le altre si muore sul lavoro - si legge in una nota della Cgil regionale a commento della manifestazione -  Vogliamo essere i primi per la qualità del lavoro e per la sua sicurezza. Vogliamo una regione più moderna e più civile".

Ma in generale in tutto il paese cresce la mobilitazione per chiedere maggiore sicurezza, e quindi più risorse per investimenti, formazione, controlli, prevenzione e contrattazione. Tutti temi che sono stati al centro, ad esempio, dello sciopero regionale di venerdì 25 maggio nelle Marche, deciso da Cgil, Cisl e Uil regionali dopo i 4 gravi infortuni sul lavoro avvenuti a Fano, Arquata del Tronto, Senigallia e Acqualagna. 

Sempre venerdì 25 maggio a Genova è partito il confronto tra Regione Liguria e sindacati sul Patto per il lavoro, con al centro, naturalmente, la questione sicurezza. Per Cgil, Cisl, Uil regionali occorre intervenire per "rivitalizzare l'occupazione e il reddito di chi lavora attraverso la contrattazione sostenendo la competitività delle imprese, ma anche attraverso formazione, fondi europei e bandi". I tre sindacati liguri chiedono inoltre "maggiori investimenti per garantire la sicurezza del lavoro attraverso un incremento della prevenzione e dei controlli". Il presidente della Regione Giovanni Toti si è impegnato a riconvocare il tavolo entro 15 giorni per entrare nel merito delle proposte dei sindacati.

Altra mobilitazione significativa e inedita, sempre con al centro il tema della sicurezza, è stata quella messa in scena a Milano dai rider, ovvero i lavoratori che consegnano merce e cibo mediante l'utilizzo di cicli e motocicli. La Filt Cgil ha proclamato uno sciopero nella giornata di venerdì 25 maggio dopo il grave incidente occorso alcuni giorni prima nel capoluogo lombardo (in via Montegani) a Francesco Iennaco, fattorino 28enne, assunto con un contratto annuale dalla piattaforma online di food delivery Just Eat, che ha subìto l’amputazione di una gamba dopo essere scivolato con il proprio scooter sotto un tram mentre ne giungeva un altro nella direzione opposta.

Nuove iniziative di mobilitazione e confronto sono già in programma o in fase di organizzazione in altre regioni. Martedì 29 maggio Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, ad esempio, faranno il punto sulla situazione a 10 anni dall'approvazione del testo unico in materia di salute e sicurezza con un’iniziativa a Milano. "Credo che le statistiche di questi mesi ci stiano dicendo che quello della sicurezza del lavoro è da molti considerato un lusso, visto che si continua a morire per le stesse cause di 50-70 anni fa", ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil nazionale, intervenendo al Festival dello sviluppo sostenibile 2018. Camusso ha sottolineato che "gli incidenti aumentano invece di diminuire", avvertendo anche che "lo sviluppo sostenibile ha bisogno di una riduzione delle disuguaglianze e della sicurezza delle persone".